Coronavirus, le foto del mercato di Piazza delle Erbe a Padova fanno discutere: Affollato o no? Coronavirus, le foto del mercato di Piazza delle Erbe a Padova fanno discutere: Affollato o no?

Coronavirus, la foto del mercato di Piazza delle Erbe a Padova. Era affollato o no?

PADOVA – Fanno discutere le foto del mercato di Piazza delle Erbe a Padova, affollato di persone nella giornata di sabato. Le immagini dell’Ansa, riprese da varie testate online, sono finite anche sui social network, scatenando non poche polemiche. Ma il comune smentisce: nessun assembramento.

In tanti hanno criticato il mancato rispetto delle norme di sicurezza per l’emergenza coronavirus: “Siamo noi i cretini che stiamo a casa, o quelli che si vedono in piazza?”, ha scritto qualcuno. Ma il Comune di Padova, con l’assessore al Commercio, Antonio Bressa, riporta i controlli fatti dalla polizia municipale secondo i quali “non c’è stato riscontro di particolari assembramenti. Anzi, altre foto che stanno circolando e i filmati delle telecamere a circuito chiuso – sostiene Bressa – confermano come la situazione fosse sotto controllo con le dovute distanze tra le persone”.

Per l’assessore si è trattato di un effetto ottico: “E’ evidente che le foto incriminate sono state realizzate con la tecnica del teleobiettivo, che schiaccia l’immagine”, ha sostenuto. Ma l’indomani, sul web e in alcuni servizi di tv nazionali sono comparse altre immagini di piazza delle Erbe scattate, sempre sabato mattina, con i telefonini. Il risultato era del tutto simile.

Il Comune ha ribadito che il comportamento dei cittadini di Padova in questa fase di emergenza “è corretto e responsabile”. “Però, proprio perché non dobbiamo sottovalutare nulla – sottolinea Bressa – i controlli saranno ancora più puntuali per evitare in ogni modo che le persone non rispettino il distanziamento sociale”.

Sul caso è intervenuto anche il governatore Luca Zaia: “Una situazione insostenibile – ha detto – Se la vediamo con l’ottica epidemiologica della diffusione del virus, si è creato il contesto ideale per diffonderlo. In contesti simili non si fa sanità”.

Fonte: Ansa

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