Coronavirus, Galli: “Non si può programmare fase 2 con carenza dispositivi diagnostici”

ROMA – Non si può programmare la fase 2 senza colmare l’attuale “carenza dispositivi diagnostici”, ha detto l’infettivologo Massimo Galli dell’ospedale Sacco Milano, nel dibattito organizzato dalla pagina Facebook “Coronavirus – Dati e analisi scientifiche”.

“Dobbiamo interrogarci sul perché l’Italia non abbia messo in piedi linee di diagnostica per passare alla fase 2, oggi prematura, ma da programmare altrimenti si rischia di spalmare la ripresa in un tempo infinito o anticipata, con il rischio di nuovi focolai”.

Le scuole? E’ prudente che non riaprano.

Le scuole è più prudente che non riaprano proprio, per una serie di ottimi motivi. La cosa, tra l’altro, che mi domando è quale senso avrebbe riaprirle per pochi giorni di maggio”. Ha detto sempre Massimo Galli, direttore dell’Istituto di Scienze Biomediche all’Ospedale Sacco di Milano, in collegamento durante la trasmissione Agorà, su Rai 3.

Galli ha poi spiegato: “C’è stato un clamoroso fallimento, e di questo ne dovremo prendere atto per il futuro, della medicina territoriale, ammettiamolo e riconosciamo questo aspetto. Che i medici di Alzano o di Codogno finiscano per fare i capri espiatori di questa vicenda questo lo trovo veramente indegno e inaccettabile”. (Fonte Ansa).

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