Coronavirus, il bollettino del 10 marzo: 332 vittime e 22.409 positivi. +253 ingressi in terapia intensiva

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Marzo 2021 - 17:49 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, il bollettino del 10 marzo: 332 vittime e 22.409 positivi

Coronavirus, il bollettino del 10 marzo: 332 vittime e 22.409 positivi (foto Ansa)

22.409 positivi e 332 vittime: questi i numeri del bollettino di oggi, mercoledì 10 marzo. Sono 22.409 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Martedì erano stati 19.749. Le vittime sono state 332, martedì erano state 376.

Articolo aggiornato alle 17:49

Sono stati effettuati 361.040 tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Martedì i test erano stati 345.336. Il tasso di positività (rapporto positivi/test) odierno è del 6,2%, ieri era stato del 5,7%, quindi oggi in aumento dello 0,5%.

I casi totali da inizio epidemia sono 3.123.368, i morti 100.811. Gli attualmente positivi sono 487.074 (+8.191 rispetto a ieri), i dimessi e i guariti 2.535.483 (+13.752), in isolamento domiciliare ci sono ora 461.365 persone (+7.631 ).

Coronavirus, il bollettino del 10 marzo: +253 ingressi in terapia intensiva

Sono 253 gli ingressi in terapia intensiva per il Covid-19 nelle ultime 24 ore in Italia. Il saldo tra ingressi e uscite è di 71 pazienti in più. In totale in rianimazione ci sono ora 2.827 persone. Nei reparti ordinari (pneumatologia e malattie infettive) sono invece aumentati i pazienti di 489 unità rispetto a martedì, portando il totale a 22.882.

Coronavirus, Crisanti: “Con 30mila casi al giorno bisognerà chiudere”

Par Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia a Padova, l’ipotesi di weekend rossi come a Natale e inasprimento delle misure per tutte le zone “è la direzione giusta ma va intrapresa con urgenza. La settimana prossima sarà cruciale: se il contagio supererà i 30mila casi al giorno bisognerà chiudere tutto”.

Lo dice intervistato dalla Stampa. Solo la zona rossa può arginare la variante inglese?

“In Inghilterra misure simili sono state sufficienti, ma è molto importante che vengano seguite da tutti”, risponde. “Sono mesi che chiedo di contenere la variante inglese ma non mi hanno dato retta. Avremmo evitato tanti morti e questo mi rattrista”, sottolinea. A Mario Draghi Crisanti suggerisce “di copiare la Nuova Zelanda: appena si presentano nuovi focolai circoscrivere, chiudere, tamponare e vaccinare a tappeto. È il modo migliore per salvaguardare l’economia”.

Con la vaccinazione serviranno ancora i tamponi? “I molecolari sì, mentre gli antigenici hanno dei limiti – replica -. Ammesso che tra un anno tutti gli italiani siano vaccinati, restano due incognite: la durata dell’immunità e le nuove varianti che potrebbero superare i vaccini. Bisogna prepararsi a questi scenari”. Sullo Sputnik “sulla carta è un vaccino sensato, ma bisogna essere prudenti e aspettare l’Ema. Il problema probabilmente è che i russi hanno fatto sperimentazioni poco ortodosse e temono di prestarsi a delle critiche nel pubblicarle”.