Coronavirus in Italia, bollettino 3 febbraio: 118.994 nuovi positivi e 414 morti, -67 pazienti in intensiva

Coronavirus in Italia, sono 112.691 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 118.994. Le vittime sono ancora tantissime: 414 contro le 395 di ieri.

Dall’inizio della pandemia sono 11.348.701 gli italiani contagiati dal Covid, secondo i dati del ministero della Salute. Gli attualmente positivi sono 2.328.230, in calo di 79.396 nelle ultime 24 ore mentre i morti sono 147.734. I dimessi e i guariti sono invece 8.872.737 con un incremento di 191.938 rispetto a ieri.

Tasso positività al 12,3%, -67 pazienti in intensiva

Sono 915.337 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 964.521. Il tasso di positività è al 12,3%, lo stesso di ieri. Sono invece 1.457 nelle terapie intensive, 67 meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 95. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.324, ovvero 226 in meno rispetto a ieri.

Psichiatri: “Lo stop alle mascherine non sarà per tutti”

Si va verso un allentamento delle misure anti-Covid e ci si prepara a togliere le mascherine all’aperto. Ma per gli psichiatri della Sip, la Società italiana di psichiatria, “non per tutti sarà un vero addio”. Molti saranno infatti quelli che “continueranno ad avere paura e a indossare ancora la mascherina”. “Soprattutto chi soffre d’ansia non la toglierà, trasformandola in una rassicurante e protettiva ‘coperta di Linus’ che segna il confine tra noi e il resto del mondo”. A dichiararlo sono Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (Sip).

Che aggiungono: “Se smettere di usare la mascherina all’aperto non sarà facile per tutti, ancora più complesso sarà tornare ad avvicinarci agli altri, ad abbracciarsi, e ad avere contatti fisici”. Per i due presidenti Sip, “saremo molto diffidenti nel riavvicinarci agli estranei, e difficilmente daremo la mano quando non ci si conosce. Baci e abbracci torneranno ma saranno selettivi. Se in passato al cadere dei divieti non percepivamo limiti, allargando questi gesti d’affetto anche oltre i nostri contatti stretti, ora questo atteggiamento guardingo nei confronti degli estranei potrebbe accompagnare molte persone nel tempo, come un imprinting. Anche perché il continuo cambiamento di regole crea insicurezza perché rende le persone più instabili dal punto di vista dell’umore e dell’emotività e quindi aumenta l’ansia”. “Detto questo – aggiungono di Giannantonio e Zanalda – rendere le regole meno stringenti, se davvero la pandemia sta allentando la sua presa, resta una decisione corretta e consona ai tempi”.

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