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Coronavirus in Italia, bollettino 4 febbraio: 99.522 nuovi casi e 433 morti, calano ancora i malati in intensiva

di Lorenzo Briotti |4 Febbraio 2022 20:06

Coronavirus in Italia, bollettino 4 febraio: 99.522 nuovi casi e 433 morti, calano ancora i malati in intensiva(foto Ansa)

Coronavirus in Italia, bollettino del 4 febbraio. Sono 99.522 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 112.691. Continua quindi la diminuzione dei casi ma non delle vittime, che sono 433 contro le 414 di ieri. Dall’inizio della pandemia sono 11.449.601 gli italiani contagiati dal Covid, secondo i dati del ministero della Salute.

Gli attualmente positivi sono 2.218.344, in calo di 109.886 nelle ultime 24 ore mentre i morti sono 148.167. I dimessi e i guariti sono invece 9.083.090 con un incremento di 210.353 rispetto a ieri. 

Coronavirus in Italia: tasso positività 11,2%, -17 pazienti in terapia intensiva

In tutto sono stati 884.893 i tamponi molecolari e antigenici  effettuati nelle ultime 24 ore in Italia. Il tasso di positività è all’11,2%, in lieve calo rispetto a ieri (quando era al 12,3%). Sono invece 1.440 i pazienti in terapia intensiva, 17 in meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 114. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.000, ovvero 324 in meno rispetto a ieri.

Omicron, dose booster riduce di 23 volte il rischio di finire in ospedale

I vaccinati con booster hanno un rischio 23 volte più basso di finire in ospedale rispetto a chi non è vaccinato. Un effetto protettivo importante, ma molto più basso di quanto era garantito dai vaccini contro la variante Delta. È quanto emerge dallo studio condotto dal dipartimento di Sanità pubblica della contea di Los Angeles e pubblicato sul bollettino settimanale dei Centers for Disease Control and Prevention(Cdc) americani.

La ricerca ha preso in considerazione i dati di 422.966 persone che hanno contratto Covid-19 tra il 7 novembre 2021 e l’8 gennaio 2022 nella contea di Los Angeles. Ciò ha consentito di intercettare la coda dell’ondata dovuta alla variante Delta e l’inizio di quella Omicron. Nel complesso, nel periodo oggetto dello studio si conferma un rischio molto maggiore di subire le conseguenze più serie di Covid-19 in chi non è vaccinato.

In particolare, chi non si era sottoposto alla vaccinazione, una volta contratta l’infezione aveva una probabilità del 2,8% di finire in ospedale per Covid, dello 0,5% di essere ricoverato in terapia intensiva, dello 0,2% di avere bisogno di essere intubato e dello 0,3 di morire. Nelle persone con due dosi di vaccino questi valori erano rispettivamente 1%, 0,12%, 0,05% e 0,08%. Ancora più bassi in quanti avevano anche la dose booster: 0,7%, 0,08% e 0,03% e 0,07%. Lo studio, però, mostra differenze importanti tra la fase in cui era dominante Delta e quella in cui è emersa Omicron.

In epoca Delta, infatti, rispetto a chi aveva la dose booster, le persone non vaccinate presentavano un rischio 12,3 volte più alto di infettarsi e 83 volte di essere ricoverate. Con la comparsa di Omicron emerge il calo di efficacia dei vaccini, che comunque mantengono un importante effetto protettivo contro gli effetti più severi della malattia: i tassi di infezione e ospedalizzazione tra le persone non vaccinate sono rispettivamente di 3,6 volte e 23 volte più alte rispetto a quelli delle persone vaccinate con tre dosi.

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