Coronavirus in Italia, bollettino 9 aprile: 63.992 nuovi positivi e 112 morti: tasso positività al14,6%

Coronavirus in Italia, il bollettino di oggi, sabato 9 aprile. Sono 63.992 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 66.535. Le vittime sono invece 112, in calo rispetto alle 144 di ieri.

Sono 1.237.865 le persone attualmente positive al Covid, 11.742 in meno nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. In totale sono 15.238.128 gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 160.658. I dimessi e i guariti sono 13.839.605, con un incremento di 76.051 rispetto a ieri.  

Tasso positività al 14,6%: stabili pazienti in terapia intensiva

Sono 438.449 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 442.029. Il tasso di positività è al 14,6%, in calo rispetto al 15% di ieri. Sono 462 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, stabili rispetto a ieri nel saldo tra entrate ed uscite. Gli ingressi giornalieri sono 42. I ricoverati nei reparti ordinari sono 10.023, ovvero 79 in meno rispetto a ieri.

Aumentano le reinfezioni, meno casi tra bambini

La pandemia di Covid non è ancora alle spalle. Nell’ultima settimana, è in calo il numero dei morti e dei nuovi contagi. Meno casi anche tra i bambini con l’occupazione delle terapie intensive che si mantiene stabile.Salgono però i ricoveri nei reparti ordinari e sale il numero delle reinfezioni.

Un quadro a fronte del quale il ministro della Salute, Roberto Speranza, rinnova l’invito alla cautela e all’uso delle mascherine. Per il ministro “siamo ancora dentro la pandemia”.  Da una settimana è comunque in atto un decremento costante degli attualmente positivi.

Secondo l’ultimo report settimanale esteso sul Covid dell’Istituto superiore di sanità (Iss), la buona notizia è che questa settimana è in diminuzione la percentuale di casi nella popolazione in età scolare (22% contro 25% della scorsa settimana) rispetto al resto della popolazione. Il 17% dei casi in età scolare è sotto i 5 anni, il 43% ha tra 5 e 11 anni, il 39% tra 12 e 19 anni.

Inoltre, l’indice di trasmissibilità Rt va verso un ulteriore calo. Di contro, il numero di ospedalizzazioni è segnalato in aumento. A preoccupare sono anche le reinfezioni, in aumento negli ultimi 7 giorni. La loro percentuale sul totale dei casi è pari al 4,1%, rispetto al 3,5% della settimana precedente. Più reinfezioni si segnalano nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni, nelle fasce d’età più giovani, tra gli operatori sanitari e le donne.

L’aumento delle reinfezioni è “effetto dell’aumentata circolazione delle varianti più contagiose del virus SarsCoV2 e dimostra che neppure i guariti sono esenti dal rischio di nuova malattia. Fortunatamente, al momento non si rileva un effetto eccessivamente pesante in termini di ospedalizzazioni gravi”, sottolinea all’Ansa Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCSS Galeazzi di Milano. Per il medico, sull’aumento delle reinfezioni abbiano probabilmente pesato anche gli allentamenti alle misure anti-Covid. Le reinfezioni, spiega, “riguardano soggetti che hanno già contratto il virus originario Wuhan o la variante Delta. Soggetti che si sono reinfettati con le nuove varianti Omicron, 1 e 2, anche se nuove varianti stanno emergendo come Xe e Xj”.

“Nuova variante svicola alla risposta immunitaria”

C’è dunque “una capacità del virus di svicolare dalla risposta immunitaria sia della guarigione sia della vaccinazione”. Da qui l’invito a mantenere ancora grande prudenza, poichè “è verosimile immaginare un nuovo rigurgito di casi verso l’Autunno”.

Anche Speranza avverte che il pericolo resta presente: “Non c’è lo stato di emergenza, ma il virus circola e dobbiamo ancora tenere un livello alto di attenzione e continuare a insistere con le vaccinazioni e le cautele, e anche l’utilizzo delle mascherine”. L’importanza di completare il ciclo vaccinale, anche con la dose booster, è ribadito pure dall’Iss. Ma la differenza è evidente nel tasso di mortalità. Per i non vaccinati risulta circa 5 cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e 12 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster.

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