Coronavirus Italia, più contagi dei dati ufficiali. Ospedale Sacco: “Impossibile censire asintomatici”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Marzo 2020 - 09:34 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus Italia, più contagi dei dati ufficiali della protezione Civile. Ospedale Sacco: "Impossibile censire asintomatici"

Coronavirus Italia, più contagi dei dati ufficiali. Ospedale Sacco: “Impossibile censire asintomatici” (foto d’archivio Ansa)

ROMA – L’ultimo bollettino della Protezione Civile (12 marzo) parla di 12839 malati in tutta Italia. Ma il timore è che i contagi possano essere di più. Il direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, spiega che i dati ufficiali spesso non possono tenere in considerazione gli asintomatici, quelli che sono in isolamento a casa.

“La notte è ancora abbastanza fonda purtroppo, i casi ufficiali sono il prodotto della circolazione del virus delle scorse settimane, sono prevalentemente sintomatici, ma non abbiamo avuto una sufficiente inchiesta epidemiologica sugli asintomatici. Quindi il numero reale di contagiati è più alto di quello ufficiale”.

Galli, ospite di “Circo Massimo” su Radio Capital, ha aggiunto: “Non si stanno facendo abbastanza tamponi, basti dire che la Corea del Sud ha un tasso di letalità dello 0,88%, mentre in Italia è del 6,6%. Da noi è molto più rappresentata la componente di asintomatici. Abbiamo più contagiati dei casi per ora accertati e la letalità è più alta perché stiamo facendo i calcoli solo su quelli sintomatici e non sulla stima globale”.

Meno tamponi del dovuto? Per Galli, è “un problema di ordine organizzativo, si sta facendo già uno sforzo immane per far funzionare gli ospedali ma manca molto un intervento territoriale reale. In Veneto c’è stato, nella zona di Vo’, sono stati fatti tantissimi tamponi e si sono visti stati risultati. La scelta di non farne altrettanti in altre zone per me è discutibile, anche se – spiega – probabilmente è dovuta alla disponibilità negli spazi di laboratorio nel fare tutti questi tamponi.

La battaglia si vince nei territori, come sul campo di battaglia. Gli ospedali sono nelle retrovie, se continuano ad arrivare feriti, non riusciranno mai a reggere. Il circolo vizioso va interrotto sul campo. C’è da coinvolgere di più la medicina territoriale per ridurre la portata del virus”. (Fonte Agi)