Coronavirus, la lettera aperta della prof ai ragazzi: "State a casa. Stare alle regole è da fighi" Coronavirus, la lettera aperta della prof ai ragazzi: "State a casa. Stare alle regole è da fighi"

Coronavirus, la lettera aperta della prof ai ragazzi: “State a casa. Stare alle regole è da fighi”

Coronavirus, la lettera aperta della prof ai ragazzi: "State a casa. Stare alle regole è da fighi"
Coronavirus, la lettera aperta della prof ai ragazzi: “State a casa. Stare alle regole è da fighi” (Foto archivio Ansa)

MILANO  –  “Mi sento come Ovidio spedito sul mar Nero”: inizia con queste parole la lettera aperta agli studenti pubblicata su Facebook da Valentina Romano, insegnante del liceo scientifico Paolo Giovio a Como. 

“Mi sento come Machiavelli all’Albergaccio, Tasso al Sant’Anna, Dante in esilio, Foscolo lontano dalla sua Zacinto: mi mancate e mi sento strappata dal posto che amo. Ho deciso di scrivervi per due motivi. Il primo è dirvi di non fare i polli. Il secondo è dirvi che non voglio perdervi”, scrive la professoressa, come se fosse in esilio o da una cella, rivolgendosi ai suoi “carissimi discipuli” di quinta poco dopo l’annuncio del decreto che rende tutta Italia zona rossa per l’emergenza coronavirus.

Accanto al post che sta diventando virale sui social, Valentina Romano pubblica una foto della lavagna, con la data dell’ultima lezione, il 22 febbraio. “Dopodiché è cambiato tutto”, fra la gita ad Auschwitz saltata e le “imbarazzanti videolezioni in un’aula virtuale”, scrive la prof del liceo: “Non possiamo uscire, ragazzi. I contagi aumentano e gli ospedali stanno collassando. Ognuno deve fare la sua parte e starsene a casa, dimostrando responsabilità e senso civico, dimostrando che vogliamo bene a noi e agli altri e che ora più che mai stare alle regole è da fighi, non rispettarle o sottovalutare l’emergenza è da polli”.

Come in classe trascinava la cattedra verso i banchi quando li vedeva “acquattati alla parete giù in fondo”, anche ora la prof cerca di ridurre le distanze dai suoi alunni, prossimi alla maturità. “Le sole forze di cui dispongo per non perdervi sono poesie e pagine meravigliose del Novecento da leggere insieme, e da leggere ora, perché dopo non ci sarà più tempo. Perché – sottolinea l’insegnante – questo virus prima o poi passerà e voi andrete a fare Ingegneria, Matematica, Economia e cose così, e Dante, Pirandello, Montale e Saba saranno roba da letterati, non vi serviranno più. E’ ora invece che ci servono, tantissimo”. (Fonte: Ansa)

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