Coronavirus in Lombardia non mette in terapia intensiva solo gli anziani. Uno su tre tra 50 e 64 anni

Coronavirus in Lombardia non mette in terapia intensiva solo gli anziani. Uno su tre tra 50 e 64 anni
Terapia intensiva pediatrica (Ansa)

ROMA – Il coronavirus non è un brutto affare solo per i più anziani, non colpisce solo i più attempati magari gravati da altri mille acciacchi. Soprattutto le conseguenze cliniche dell’infezione polmonare – per esempio le misure di ricovero in reparti di terapia intensiva – non riguardano un’unica fascia d’età.

Uno su tre in terapia intensiva tra 50 e 64 anni

Lo dicono i dati. In Lombardia, ci aggiorna l’assessore Giulio Gallera, un ricoverato su tre che ha bisogno dell’ossigeno fornito in terapia intensiva ha un’età compresa tra 50 e 64 anni. Non esattamente un vecchio.

Leggiamoli questi dati. Il 22 per cento di chi è in terapia intensiva in Lombardia ha più di 75 anni, il 37 per cento ha tra i 65 e i 74 anni. Infine l’8 per cento tra i 25 e i 49 anni. Il restante 33%, appunto, è rappresentato da donne e uomini maturi, ma tutt’altro che anziani.

Coronavirus, fake news e false percezioni

Il che contraddice una certa propensione collettiva e mediatica a sottostimare i rischi per la popolazione meno anziana. Resta il dato della bassa percentuale, tendente allo zero, dei giovani e dei giovanissimi che finiscono in terapia intensiva.

Anche qui è necessario leggere con accuratezza i dati prima di credere (è successo) al presunto boom di “ventenni intubati” nelle corsie degli ospedali lombardi. E’ circolata infatti nelle ultime ore una fake news in proposito. Fake news doppiamente ingannevole.

Perché induce gli uni alla falsa percezione di giovani che affollano le terapie intensive, gli altri, meno sprovveduti e creduloni, a confermare a se stessi l’opinione fallace che solo i vecchi finiscono in terapia intensiva. (fonte Regione Lombardia)

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