MILANO – La Lombardia e altre 14 provincie chiuse per decreto. Il premier Giuseppe Conte lo annuncia nel cuore della notte, dopo le bozze circolate sabato sera che hanno scatenato il panico con centinaia di persone in fuga alla stazione in cerca del primo treno utile per tornare verso casa lontano da Milano.
Sedici milioni di italiani isolati come Wuhan, in una enorme zona rozza che comprende la Lombardia e le provincie di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. “A questo territorio – ha spiegato Conte – applichiamo un regime e misure restrittive più rigorose: vincolo di evitare ogni spostamento in entrata e in uscita anche all’interno del territorio. Ci si muoverà solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, spostamenti per motivi di salute. E’ consentito il rientro verso il proprio domicilio per necessità”.
E’ in gioco, ha fatto presente il premier, “la correttezza dell’operato del governo e la sicurezza degli italiani. La pubblicazione di una bozza non definitiva ha creato incertezza, insicurezza, confusione, non lo possiamo accettare”. “Tutti i cittadini italiani hanno letto questa versione non definitiva, fino a quando non lo firmo non è definitivo. Adesso il decreto è stato elaborato nella versione definitiva, sono pervenute le osservazioni delle regioni e sarà pubblicato tra qualche ora in Gazzetta Ufficiale e sarà vigente”, ha aggiunto affermando: “State tranquilli, ce la faremo. Saremo insieme, marceremo uniti e compatti”.
Il tutto dopo che tra le 22 e la mezzanotte di sabato, dopo le prime indiscrezioni sul decreto, sia la Stazione Centrale che quella di Porta Garibaldi sono state prese d’assalto da centinaia di persone in partenza soprattutto in direzione Roma e il Sud Italia. A mezzanotte la Polfer ha confermato che non ci sono stati disagi e che sui binari non si sono verificati problemi.
Ma chi farà controlli sugli spostamenti? “Le forze di sicurezza. I cittadini dovranno motivare gli spostamenti. E’ improprio parlare di zona rossa – ha spiegato Conte – In questo caso non abbiamo un divieto assoluto di trasferimento da quest’area del Nord, ma c’è la necessità di motivarlo”. “A chi ha sintomatologia con febbre maggiore di 37,5 gradi si raccomanda di rimanere a casa e contattare il medico: è bene che non si muovano. Ci sarà divieto assoluto di mobilità per soggetti in quarantena, ovvero risultati positivi al virus. Poi ci sono una serie di misure relative alle attività imprenditoriali, commerciali, sociali. Saranno consentiti eventi sportivi di atleti professionisti e categorie assolute o a porte chiuse o all’aperto senza presenza di pubblico”, aggiunge snocciolando i dettagli del provvedimento.
“Non possiamo più permetterci aggregazioni”, scandisce. “Sono sospese attività didattiche nelle scuole e nelle università, sono sospese le cerimonie. Sono chiusi i musei e i luoghi di cultura. Sono consentite attività di ristorazione nel rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro”, afferma ancora, annunciando sanzioni per i gestori “che non faranno rispettare le norme”.
Coronavirus, misure nel resto d’Italia
Per quanto riguarda “le restanti regioni e province del territorio nazionale” ci sono “misure restrittive meno severe”. “Stiamo affrontando un’emergenza nazionale senza sottovalutarla, abbiamo scelto il criterio della trasparenza. Ci stiamo muovendo con determinazione e coraggio, abbiamo due obiettivi: contenere la diffusione del contagio ed evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere. Non possiamo dedicarci ad una sola modalità, servono entrambe”, prosegue.
“Alcune strutture ospedaliere sono già in difficoltà, abbiamo già predisposto il vincolo obbligatorio della solidarietà interregionale, c’è la possibilità di redistribuire pazienti tra le varie regioni. Posso annunciare che è stato sottoscritto un contratto per dar vita ad una linea di apparecchiature tutta italiana per terapia intensiva e subintensiva, abbiamo già 320 nuove apparecchiature, avremo 500 nuove apparecchiature al mese e ci stiamo adoperando per aumentare il numero”, dice ancora.
“Ci rendiamo conto che tutte queste misure imporranno sacrifici, a volte piccoli e a volte molto grandi. Dobbiamo aderire tutti, non dobbiamo pensare di essere furbi. Dobbiamo tutelare la salute, dei nostri cari e soprattutto dei nostri nonni. Ci assumiamo la responsabilità politica di queste decisioni. Speriamo che questa emergenza presto verrà superata”, dice prima di tornare sulle misure economiche previste dall’altro apposito decreto.
“E’ il momento del rispetto dei ruoli. Vogliamo che tutti siano partecipi in questo impegno, ho molto apprezzato la volontà dell’opposizione di discutere. Sarà fatto. Invito i cittadini ad essere fiduciosi, ce la faremo. Non si ferma tutto, ma dobbiamo entrare nell’ottica che ci sono regole da rispettare, servono comportamenti responsabili. Lo dico a tutti, anche ai nostri figli”.
Fonti: Ansa, Agi, Adnkronos
Fonte video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev