Coronavirus, mafie già pronte a mangiarsi la ricostruzione. E con i soldi pubblici a pioggia... Coronavirus, mafie già pronte a mangiarsi la ricostruzione. E con i soldi pubblici a pioggia...

Coronavirus, mafie già pronte a mangiarsi la ricostruzione. E con i soldi pubblici a pioggia…

ROMA – Le mafie sono già pronte. Imprese e aziende, piccole e medie, non producono, le strutture sanitarie sono da ripensare da cima a fondo, dalle terapie intensive alle forniture di amuchina, i commercianti non vendono, le catene di distribuzione si inceppano, le banche non prestano. 

Le mafie sono pronte a fornire tutta la liquidità che serve grazie alla disponibilità di capitali illeciti in cerca di collocazione. E a mangiarsi imprese e negozi che strangolati dalla crisi non sapranno a quale santo votarsi. Le mafie nostrane, tradizionali autoctone o delocalizzate, sono pronte perché un fiume di denaro, il denaro che serve a una ricostruzione post-bellica, sta per affluire dallo Stato, dall’Europa, dagli enti locali… 

Queste mafie sono pronte perché – come scrivono a tutti i questori il Dipartimento di Pubblica Sicurezza e la Direzione Anticrimine del ministero dell’Interno (clicca qui) – hanno consolidato una “vocazione economica”, sanno adattarsi a ogni scenario. 

Infrastrutture sanitarie, agro-alimentare, ristoranti, alberghi…

Il documento del ministero individua la necessità per tutti gli uffici di attivarsi subito, monitorare in presa diretta situazioni o soggetti più a rischio. 

“Particolare attenzione potrà essere prestata ai settori della filiera agro-alimentare, delle
infrastrutture sanitarie, della conseguente gestione di approvvigionamenti, specie di materiale
medico, del comparto turistico-alberghiero e della ristorazione, nonché al controllo dei settori della
distribuzione al dettaglio e della piccola e media impresa. Infatti l’impatto dell’attuale crisi sanitaria
potrebbe esporre maggiormente imprenditori e commercianti commercianti (delle varie categorie merceologiche) ai tentativi di “reclutamento” economico e di finanziamento illecito”.

Il colera a Napoli e il risanamento del 1885…

Il magistrato Roberto Tartaglia, oggi consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, vede profilarsi i quattro presupposti classici della tempesta perfetta: la carenza di liquidità, la bomba sociale in vista, gli investimenti pubblici a pioggia, la distrazione di chi è impegnato in altra emergenza. 

Le conseguenze? “Purtroppo le conosciamo già – risponde all’AGI Roberto Tartaglia -. Dalla legge del risanamento napoletano del 1885 – che seguì proprio ad una epidemia di colera e che causò, per dirla in breve, effetti decennali di corruzione, appalti eseguiti male, politiche clientelari e rafforzamento esponenziale della potenza camorristica – a gran parte delle altre emergenze più recenti”. (fonti Ministero dell’Interno, Agi)

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