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Coronavirus, dimesso Mattia: era il più giovane ricoverato in terapia intensiva di Cremona

CREMONA – “Quando mi sono svegliato in terapia intensiva e mi sono reso conto, ho pensato che avevo superato una bella lotta ma che dovevo lottare ancora un po’”. A dirlo è Mattia, 18 anni, il più giovane paziente Covid curato all’ospedale di Cremona che la mattina di oggi, giovedì 16 aprile, è stato dimesso. Il ragazzo ha aggiunto di aver avuto “paura” quando lo dovevano intubare. Il Coronavirus “all’inizio lo avevo sottovalutato e non pensavo arrivasse a questo livello“.

Mattia, all’uscita dell’ospedale, era accompagnato dalla mamma, ha ricevuto gli applausi dei medici e degli infermieri che l’hanno curato come “angeli custodi” e che ha ringraziato per averli avuti al suo fianco in questa battaglia, vinta, contro il coronavirus che ha contratto nonostante la giovane età.

“È stata una esperienza dura. Ma fin dall’inizio mi sono ripromesso di lottare e di rimanere qua”. Appena sveglio “ho pensato: ‘dove sono? Cosa faccio qua?”. Qualche giorno dopo “mi sono reso conto che avevo superato una bella lotta”. Dopo due o tre giorni dal risveglio, ha raccontato, “ho cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel” per poi sentirsi fuori pericolo quando dalla terapia lo hanno trasferito nel reparto di degenza.

L’aver ricevuto, sebbene a distanza,”l’affetto dei compagni di scuola, degli amici e degli sconosciuti mi ha dato forza” ha aggiunto. Il coronavirus “all’inizio lo avevo sottovalutato e non pensavo arrivasse a questo livello. Adesso spero che la gente si renda conto e che non vada in giro senza mascherina o per fare cose inutili”.

Ai suoi coetanei consiglia di non prendere la situazione sotto gamba: “Come è capitato a me può capitare anche a loro” ha avvisato. Adesso il suo programma è studiare per affrontare la maturità, una prova che per lui dopo quello che ha passato sarà quasi una ‘passeggiata’, per poi andare a lavorare: “vorrei fare l’idraulico”.

Ad attenderlo per andare a casa dove, pur essendo completamente uscito (è negativo) dovrà riposarsi, anche i suoi cani. Gli unici che ha davvero potuto abbracciare e accarezzare senza mantenere le distanze. 

All’Ansa ha parlato anche la mamma. “Mattia è nato una seconda volta” sono state le sue prime parole. La donna, dopo aver ringraziato il personale per averlo aggiu“trattato come un figlio” ha aggiunto che sono loro i “veri eroi”, ed ha raccontato di essere convinta che Mattia sia “stato graziato da sua sorella che è morta 5 anni fa ed è stata il suo angelo custode insieme ai medici e gli infermieri”.

Mamma Ombretta ha raccontato che la sua “vita si è fermata quando mi ha mandato il messaggio ‘mamma mi ricoverano in terapia intensiva. Ti amo, lotterò per te, tornerò a casa’”. La signora ha spiegato che l’affetto ricevuto da molti in questo periodo “mi ha dato più forza”. Forza e gioia avute quando il 29 marzo scorso è riuscita a parlare al telefono con il figlio ricoverato. “Gli hanno messo vicino all’orecchio il cellulare. Si è messo a piangere e poi a ridere” e lei ha tirato un gran respiro (fonte: Ansa). 

 

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