Coronavirus. Mezza quarantena doppio danno: gregge sì, ma non immune Coronavirus. Mezza quarantena doppio danno: gregge sì, ma non immune

Coronavirus. Mezza quarantena doppio danno: gregge sì, ma non immune

ROMA – Coronavirus: mezza quarantena è doppio danno.

Danno numero uno: il calare dell’epidemia ritarda, è già in ritardo di una settimana sulle attese (anche se non viene detto proprio così, proprio così è). Dunque i tempi dello stare in casa e del non lavoro si allungano e minacciano di allungarsi oltre la tollerabilità sociale ed economica. Dunque rischiamo grosso di uscire per forza di cose prima del tempo dell’epidemia davvero domata.

Danno numero due: l’ammalorarsi dell’economia, delle aziende, delle fabbriche e del portafoglio di milioni di famiglie ha più tempo a disposizione. Non è vero, è pietosa bugia che tutti riapriranno e nessuno perderà il lavoro e tutti saranno risarcito di tutto e che, insomma e alla fine, si andrà per così dire in pari.

Molto sarà perduto e nulla e nessuno lo potrà ridare indietro. Stati e governi, anche se i migliori al mondo, appunto se efficienti, ricchi e soccorrevoli potranno e dovranno finanziare senza limiti per ricreare lavoro, prodotto, reddito. Ma quello bruciato, bruciato appunto è. Stati e governi potranno e dovranno soccorrere ma il perduto non potranno farlo ricomparire. E ogni giorno in lockdown il perduto aumenta, anch’esso a ritmo esponenziale.

Doppio danno perché è mezza quarantena.

Di mezza quarantena siamo capaci, non di più. Quarantena resa mezza, dimezzata non solo dai non pochissimi che la ignorano e coscientemente la violano. Una minoranza, non piccolissima, che esercita violenza sul prossimo. Una minoranza, non piccola, che non è fatta solo di incoscienza, ignoranza o stupidità. E’ fatta anche e soprattutto della prevalenza assoluta dei miei bisogni su ogni altra cosa, è fatta di un  esercitato e vissuto: Prima Io!

Mezza quarantena, quarantena di fatto dimezzata e smezzata però non solo e forse non tanto da questi letteralmente fuori legge. La quarantena la smezziamo e dimezziamo tutti noi ogni giorno. Praticamente tutti ci concediamo e  ci prendiamo ogni giorno una micro eccezione alla quarantena: una passeggiata più lunga, un po’ più lunga, molto più lunga…e che sarà mai?

Oppure un portare la cosa cucinata in casa nostra a figli o nipoti o parenti in altra casa…e che sarà mai? Oppure andare a consolare, non solo al telefono, l’amico o il parente che è in crisi, pochi minuti…e che sarà mai? Oppure il fare entrare a negozio uno, due alla volta e poi questi due al bancone si avvicinano l’un l’altro…e che sarà mai? Il bambino un attimo al parco…e che sarà mai?

E’ l’effetto gregge: il gregge che siamo noi si sta abituando e assuefacendo alla micro eccezione quotidiana. Ci si comporta in gregge, vagolando un po’, sempre un po’ di più se non arriva cane pastore a limitare i movimenti. Gregge sociale che di suo il lupo se proprio non lo vede neanche è in grado di pensarci. Gregge, ma non immune.

Microscopiche eccezioni alla quarantena che quasi ciascuno di noi fa quasi ogni giorno. Fa trenta milioni di micro eccezioni al giorno, quindi mezza quarantena, quarantena smezzata. E mezza quarantena dà i risultati che danno le cose fatte a metà: mezzi risultati. Cioè i contagi non aumentano ma non calano, il picco l’altopiano ma non la discesa. Trenta milioni di micro eccezioni al giorno levano quarantena totale di torno, questo facciamo, questo possiamo fare, questo siamo.

Ancora e sempre confidando che qualche entità ce la mandi buona, ci aspettiamo risultati cinesi con modalità nostrane: la quarantena dei cinesi è stata totale e ci hanno messo sei settimane. Mezza quarantena quante settimane fa? Chi lo sa, di certo non sei, più di sei. Ma tra sei settimane di mezza quarantena e di quarantena sempre più smezzata il contagio non sarà portato allo zero “cinese” eppur dovremo uscire, uscire per non implodere come società prima ancora che individui.

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