Coronavirus a Milano, il preside del liceo Volta agli studenti: "Non cedete al delirio collettivo, fate una vita normale" Coronavirus a Milano, il preside del liceo Volta agli studenti: "Non cedete al delirio collettivo, fate una vita normale"

Coronavirus a Milano, il preside del liceo Volta agli studenti: “Non cedete al delirio collettivo, fate una vita normale”

Coronavirus a Milano, il preside del liceo Volta agli studenti: "Non cedete al delirio collettivo, fate una vita normale"
Coronavirus a Milano, il preside del liceo Volta (nella foto Facebook) agli studenti: “Non cedete al delirio collettivo, fate una vita normale”

MILANO  –  Mentre Milano fa i conti con l’allarme da coronavirus, un preside si rivolge ai suoi studenti e chiede loro di non sacrificare la vita sociale sull’altare della paura. La lettera aperta del preside del liceo scientifico milanese Volta, Domenico Squillace, agli studenti, costretti a saltare le lezioni dal coronavirus, si apre con l’incipit del capitolo 31 dei Promessi Sposi sulla peste del 1630: “La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..”.

Un messaggio elogiato dalla viceministra dell’Istruzione Anna Ascani, che lo ha rilanciato su Facebook. “Dentro quelle pagine c’è già tutto – scrive il preside -, la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria”.

“Rispetto e mi fido delle autorità e ne osservo scrupolosamente le indicazioni – afferma Squillace -, quello che voglio però dirvi è di mantenere il sangue freddo, di non lasciarvi trascinare dal delirio collettivo, di continuare – con le dovute precauzioni – a fare una vita normale“, senza assalti a supermercati e farmacie.

“Approfittate di queste giornate per fare delle passeggiate, per leggere un buon libro, non c’è alcun motivo – se state bene – di restare chiusi in casa”, scrive Squillace agli studenti. “Uno dei rischi più grandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e forse ancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile”.

“Ci sono dirigenti e docenti che, anche in questi momenti difficili, non smettono nemmeno un secondo di amare i loro alunni”, scrive Ascani, “e continuano a fare il loro lavoro di educatori anche a distanza”. (Fonte: Ansa)

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