Coronavirus, Milano vuole riaprire le scuole. Confindustria e sindacati: riaprire il Nord

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Coronavirus, Milano vuole riaprire le scuole. Confindustria e sindacati: riaprire il Nord (foto Ansa)

ROMA – Coronavirus, Milano vuole riaprire le scuole, forse già da lunedì. E Confindustria e sindacati invitano, premono per riaprire il Nord. Ci si è resi conto che anche in materia di prevenzione e contrasto al coronavirus il troppo stroppia. Si segnala il numero crescente dei guariti. Si sottolinea che il 95% dei contagiati guarisce. Si dice, con una chiarezza un po’ brutale ma non infondata, che di coronavirus in Italia non son morti in 17 ma zero. Nessuno è morto di coronavirus, i morti son morti con coronavirus, col coronavirus come concausa o colpo di grazia. Tutti i morti attribuiti in questi giorni in esclusiva al coronavirus in realtà sono morti con e di altre e pregresse patologie e malattie.

Insomma si prova e si tenta il basta blindarsi e chiudersi che altrimenti ci facciamo male, molto male. Più male di quanto non possa farci il coronavirus stesso. Però somiglia molto al chiudere la stalla dopo la fuga dei buoi. E, data l’umoralità della vita pubblica italiana, c’è perfino il rischio di sbandare da un eccesso all’altro. E’ comunque uno strano paese quello dove un sindaco, De Magistris a Napoli, chiude le scuole anche se a Napoli non c’è contagio e un sindaco, Sala di Milano, le scuole le vorrebbe riaperte.

Alitalia, complice coronavirus, mette in cassa integrazione quattromila dipendenti. Tutte le attività economiche in Lombardia e Veneto sono rallentate o rinviate. Ovunque in Italia calano drasticamente gli incassi in ogni comparto del settore spettacolo e intrattenimento. Turismo e viaggi sono comparti economici devastati, dall’estero è tutto in disdire Italia. D’altra parte cosa farebbe un italiano che dovesse andare in Usa leggendo che New York scuole chiuse e che a Miami e New Orleans i governanti locali scalpitano per chiuderle?

Si sta provando l’ora basta, non esageriamo. Qualcuno voleva settimane fa frontiere chiuse, ora ci dà una mano Macron che a Napoli va a prendere un caffè al bar. Abbiamo raccontato al mondo di un’Italia infetta che non c’è e ovviamente il mondo ci ha creduto. Non solo il mondo, una strana opinione pubblica cammina in questi giorni per le strade d’Italia, è tutto un dire “di questo virus non se ne può più” e insieme correre alla mascherina, chiedere tampone e invocare addirittura l’elenco nominativo e pubblico degli infetti. Per bruciarli?

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