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Coronavirus, ipotesi Milano zona rossa. 917 positivi in città, 156 in terapia intensiva

A Milano, dove oggi scatta il coprifuoco, si fa strada anche l’ipotesi di istituire una zona rossa. Continuano a crescere i positivi e i ricoverati in terapia intensiva

In Lombardia scatta oggi, 22 ottobre, il coprifuoco per cercare di arginare i contagi di coronavirus, ma c’è già chi parla di fare di Milano una zona rossa. 

Proprio nel capoluogo lombardo i nuovi contagi sono 2.031, di cui 917 in città. Crescono anche i ricoveri in terapia intensiva, arrivati a 156, tanto che la Regione ha deciso di riaprire l’ospedale in fiera di Milano. Da venerdì 23 ottobre inizierà ad accogliere i primi pazienti.

“A marzo temevo la battaglia di Milano, ma fu evitata grazie alla relativa tempestività del lockdown. Adesso stiamo per averla, perché l’infezione dilaga”, è l’allarme lanciato da Massimo Galli, direttore Malattie infettive dell’ospedale Sacco.

“Se la tendenza non viene invertita nei prossimi 15-20 giorni – ha sottolineato il primario – è molto probabile che saranno necessari poi interventi molto più drastici. È aritmetica più che scienza”.

Ipotesi zona rossa

“Una zona rossa a Milano? Non la escludo” ha detto il direttore generale dell’assessorato al Welfare della Lombardia, Marco Trivelli, spiegando che “sicuramente Milano per i numeri che ha adesso, il tipo di urbanizzazione e altri fenomeni semplici da comprendere è da guardare con grandissima attenzione e quindi non è da escludere nessuna misura”.

In mattinata, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa aveva detto a Radio24 che “Milano deve prendere le misure necessarie, compresa eventualmente diventare zona rossa”. Poi in una nota ha precisato: “Ritengo che al momento Milano non possa essere dichiarata zona rossa e so che il sindaco Sala sta monitorando costantemente e con rigore lo stato della città”.

Pregliasco: “Il coprifuoco non basta”

Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano (dove 21 operatori sanitari sono risultati positivi al covid) è convinto che non basti il coprifuoco perché “nei prossimi giorni vedremo ancora numeri che si incrementeranno”.

“La situazione non è di emergenza perché ora gli ospedali stanno tenendo ma è l’aspetto della prospettiva che preoccupa quindi – ha aggiunto – è giusto fare questa sterzata che può essere un primo giro di vite ma credo che nel prossimo futuro bisognerà farne due o tre”.

Intanto, a Milano, come spiegato da Vittorio De Micheli, direttore dell’Ats “le persone paradossalmente si contaminano facendo la coda per avere il tampone. Siamo tornati ad una fase – è la sua constatazione – in cui il contenimento sanitario è insufficiente rispetto alla restrizione sociale”.

Mentre al Pio Albergo Trivulzio 14 ospiti sono risultati positivi al coronavirus, il sindaco Beppe Sala, che ieri aveva detto che “se la pandemia si scatena in una grande città l’effetto è dirompente”, oggi ha rinnovato agli anziani l’invito a restare a casa. (Fonte: Ansa)

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