Coronavirus, il modello matematico per prevederne la diffusione. In Piemonte funziona Coronavirus, il modello matematico per prevederne la diffusione. In Piemonte funziona

Coronavirus, il modello matematico per prevederne la diffusione. In Piemonte funziona

Coronavirus, il modello matematico per prevederne la diffusione. In Piemonte funziona
Coronavirus, il modello matematico per prevederne la diffusione (Ansa)

ROMA – Un modello matematico virtuoso, già applicato con successo in Piemonte, per prevedere la diffusione del coronavirus, e sfruttare il divario esistente tra le regioni più colpite e quelle meno toccate, ottimizzando le risorse e scongiurando il collasso degli ospedali.

E’ il contributo scientifico che Enrico Bucci, professore di Biologia presso la Temple University di Philadelphia e membro dell’associazione Luigi Coscioni, ha messo a punto insieme a Enzo Marinari, professore Ordinario di Fisica Teorica dell’Università La Sapienza di Roma, e Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

La ricerca, informa una nota dell’associazione Coscioni, vuole essere una risorsa fondamentale di studio e risposta concreta alla diffusione del coronavirus in Italia. Bucci ha spiegato ad Agenda Podcast (approfondimento podcast dei temi dell’associazione) l’importanza dell’adozione di un modello matematico di previsione in questa fase di estrema diffusione del virus, che “sta registrando un trend di decessi giornalieri superiore a quello cinese, in rapporto alla popolazione”.

“In tutte le regioni italiane la situazione è la stessa – spiega Bucci -. E’ solo una questione di tempo. Impostare la prevenzione sul metodo scientifico consente di prevedere e capire in anticipo le fasi del contagio, in modo da poter agire in maniera immediata sull’organizzazione ospedaliera della regione interessata e di quelle adiacenti, evitando il più possibile il collasso delle terapie intensive e degli ospedali italiani”.

Il modello, ricorda il docente di biologia, è stato già applicato con successo in Piemonte, che ha potuto osservare “cosa era previsto per la sua regione e ha conseguentemente adottato delle misure, grazie alle quali ha potuto fronteggiare in maniera efficace i primi giorni di salita dell’epidemia nei suoi ospedali”. (fonte Ansa)

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