ROMA – Si rincorrono gli episodi di discriminazione e allarme ingiustificato legati alla paura di contagi da coronavirus. Una psicosi collettiva. A Napoli, il conducente di un autobus – servizio pubblico – quando ha visto che l’uomo alla fermata era di origini asiatiche, ha tirato dritto senza fermarsi. ha deciso evidentemente che lui passeggeri cinesi non ne prende.
In piazza Duomo a Milano, un cittadino di Taiwan ha pensato bene,allora, di tappezzare il suo giubbotto con la scritta “I’m not from China”, non sono cinese. Sperando così di essere guardato con meno sospetto.
A Prato, ieri, il leggero malore di uno studente e l’arrivo di un’ambulanza ha generato – quasi automaticamente – una fake news davvero virale secondo cui la scuola era stata evacuata per il contagio. Vale la pena allora ricordare poche, semplici raccomandazioni per evitare di farsi prendere dall’ansia.
Mantenere la razionalità, informandosi bene da fonti autorevoli, non fare incette inutili di cibo e approfittare della pausa imposta dall’isolamento, nelle zone a rischio coronavirus, per mantenere i contatti con amici e persone care, grazie all’aiuto della tecnologia. Anche in momenti difficili come quelli provocati dai nuovi casi di coronavirus in Italia “importante e’ tenere presente che si rimane una collettività. Il messaggio dato alle popolazioni di alcuni paesi del Nord circa la necessità di rimanere in casa non vuol dire che cessiamo di esserlo, dobbiamo utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione nella logica della responsabilità”. A evidenziarlo è il professor Claudio Mencacci, past president delle Società italiana di psichiatria (Sip), secondo cui si possono sfruttare le tecnologie per sentirsi meno soli. (fonti Ansa, La Repubblica)