Coronavirus a Napoli, primario malattie infettive: “Sono contagiato, virus sfrutta super-spargitori”

Coronavirus a Napoli, primario malattie infettive: “Sono contagiato, virus sfrutta super-spargitori” (foto Ansa)

ROMA – Ivan Gentile è il primario del reparto di malattie infettive del policlinico “Federico II” di Napoli. Gentile è l’ennesimo professionista che è risultato positivo al Covid-19 e spiega che il virus è altamente contagioso e sfrutta quelli che definisce “super-spargitori”.

Sta bene e racconta di voler guarire per tornare ad affrontare il virus. Gentile è stato intervistato da Leggo e non riesce a spiegarsi come sia stato contagiato dal coronavirus: “Proprio non lo so. Sono stato attento. Ho capito di essere positivo lo scorso sabato: mi sentivo spossato, avevo la febbre. Il tampone mi ha detto la verità. Sono rimasto di sasso. Non volevo crederci. Proprio ieri hanno inaugurato il reparto anti Covid-19. Senza di me. Appena il tampone sarà negativo, torno subito al lavoro. Sono un infettivologo. Proprio non posso far mancare il mio apporto in quest’emergenza, siamo in guerra”.

Il primario prosegue: “Evidentemente il coronavirus è in circolazione nell’aria. Credo che sia sbagliato basarsi solo sul criterio epidemiologico. Con l’influenza nessuno si domanda da chi è stato contagiato. Oggi il rischio c’è anche se non siamo stati in una zona rossa o abbiamo avuto contatti diretti con un contagiato”.

Il direttore di malattie infettive del’ospedale napoletano aggiunge: “Dobbiamo capire che il virus oramai può circolare in tutti gli ambienti“.

Secondo Gentile la distanza di un metro tra le persone non potrebbe bastare ad evitare il contagio: “I cento centimetri sono sufficienti per la maggior parte degli individui. A meno che non si incroci un super-spreader, ovvero un super spargitore. Ci sono persone che hanno un’altissima concentrazione di virus, quindi possono infettare tanti altri soggetti”.

Gentile consiglia con gran forza quello che viene ripetuto in queste ore a gran voce a tutti i cittadini italiani: “Dico loro di stare davvero a casa, evitando tutti i contatti. È difficile, ma è l’unico modo”.

Fonte: Leggo

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