Coronavirus: oggi 8 marzo i morti in Italia saranno oltre 100mila, in media sono 200-300 al giorno

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 8 Marzo 2021 - 09:04 OLTRE 6 MESI FA
Covid, 11 mesi di vita in meno per tutti: questo è il prezzo. E ci vorranno molti anni per recuperare

Covid, 11 mesi di vita in meno per tutti: questo è il prezzo. E ci vorranno molti anni per recuperare (nella foto Ansa, le bare di Bergamo, foto simbolo della pandemia)

Coronavirus: oggi, 8 marzo, in Italia toccheremo i 100mila morti. 100mila vittime dall’inizio della pandemia. E, da noi, si continua a morire. Ogni giorno ne muoiono tra i 200 e i 300. Ma, rispetto a un anno fa, ci siamo quasi assuefatti. Il bollettino, atteso come un rito sacrale durante il lockdown del 2020, non fa quasi più notizia. 

Adesso l’attesasi è spostata tutta sui colori delle regioni. Ed è anche giusto e umano così. Col Covid abbiamo imparato, più o meno, a conviverci. Le notizie che ci interessano sono ormai quelle che riguardano la nostra vita di tutti i giorni. Se possiamo andare a lavoro, se i nostri figli andranno a scuola. 

Oggi non ci sono più le interviste ai medici, agli infermieri, a coloro che sono “sul fronte”. Eppure gli ospedali sono di nuovo in grande difficoltà. Eppure ne muoiono 200-300 al giorno. Come se, ogni giorno, morissero 6, 7, 8 volte quelli che sono morti nel crollo del Ponte Morandi.

Bisogna però ricordarsi che non esiste solo il Covid. La guerra contro il virus non ci deve far dimenticare che esistono anche altre malattie. Malattie a volte mortali. O che mortali possono diventarlo se vengono curate o se si abbandona la prevenzione. Le vittime del Covid non devono farci dimenticare gli altri malati.

Bollettino Coronavirus 7 marzo: altri 207 morti

Bollettino domenica 7 marzo. Quasi 21mila nuovi positivi, il tasso di positività che sale di ben un punto e si assesta al 7,6% e altri 207 morti. Oggi il numero delle vittime supererà la cifra, inimmaginabile un anno fa, di 100mila dall’inizio dell’emergenza.

Non solo. Nei reparti ordinari degli ospedali ci sono stati altri 443 ingressi in 24 ore. Con il totale dei ricoverati che è tornato sopra i 21mila. E le terapie intensive crescono costantemente da 18 giorni. Domenica 7 marzo ci sono 2.605 pazienti, oltre 500 in più in due settimane. Nove regioni, inoltre, hanno superato la soglia critica del 30% di occupazione dei posti in rianimazione. Tutti chiari sintomi che la curva continua a crescere inesorabilmente.

Coronavirus: le varianti fanno accelerare l’epidemia in Italia

“Questo sarà un mese complicato” ammette il ministro della Salute Roberto Speranza. Ribadendo come le varianti abbiano “prodotto una nuova fase di accelerazione dell’epidemia”. Con il virus che “oggi è più capace di correre” rispetto ai mesi scorsi.

Bisognerà dunque intervenire, anche se dal governo continuano a ripetere che al momento non si sta ragionando di un lockdown generale. Se non altro perché la situazione è molto diversa da regione a regione.

Coronavirus 7 marzo: 21mila positivi, più della metà in 3 regioni

Basta vedere i dati quotidiani. Su quasi 21mila positivi, più della metà sono in tre regioni, Lombardia ( quasi 4.400 casi), Emilia Romagna (3.056) e Campania (2.560). Mentre in altre 8 non si raggiungono i 500 casi.

“Oggi abbiamo un’enorme differenziazione tra territori e il modello costruito serve proprio a evidenziare queste differenze”, dice Speranza, confermando dunque che si andrà avanti con il sistema delle fasce. Ciò non significa però che non ci sarà una stretta, anzi. “Monitoriamo la curva e verificheremo sulla base della proporzionalità quali siano le misure più adeguate. Mi aspetto nei prossimi giorni e nelle prossime settimane che la curva possa salire ancora e dunque mi aspetto altre regioni in rosso“.