Coronavirus palestre e centri sportivi, rimborso? Gestori propongono abbonamento congelato Coronavirus palestre e centri sportivi, rimborso? Gestori propongono abbonamento congelato

Coronavirus palestre e centri sportivi, rimborso? Gestori propongono abbonamento congelato

ROMA – Come tutti sanno, ormai da settimana, palestre e centri sportivi sono chiusi per l’emergenza coronavirusLa chiusura delle strutture ha azzerato quasi completamente un giro d’affari annuo pari a circa 10 miliardi. Come fare a ottenere un rimborso per chi aveva già pagato i mesi in cui la palestra è stata chiusa?

Non sempre è possibile ottenere un rimborso. Però. come spiega il Corriere della Sera, alcune palestre e centri wellness nelle ultime settimane hanno contattato direttamente gli utenti per proporre di congelare gli abbonamenti, sospendendo temporaneamente la loro validità e facendoli ripartire a emergenza ferita.

La restituzione della somma pagata per un servizio di cui non si è potuto beneficiare è prevista dall’articolo 1463 del codice civile: con palestre e centri sportivi chiusi da un mese sono sempre più persone che stanno cercando di riscattare il proprio abbonamento. Ma molti gestori di questi servizi, messi in ginocchio dall’emergenza coronavirus, stanno appunto proponendo ai loro clienti di congelare il proprio abbonamento per poterne poi usufruire una volta terminato il lockdown.

Una decisione che però spetta al singolo gestore. L’Unione nazionale consumatori ha già lanciato un monito attraverso le parole del presidente Massimiliano Dona: “Molte attività sono in ginocchio e potrebbero rimanere chiuse dopo la fine dell’emergenza. C’è il rischio che i consumatori non possano poi usufruire di abbonamenti e ingressi, quindi devono avere il diritto al rimborso di una parte della quota versata”. 

Il Codacons ha invece pubblicato un modulo in cui si può chiedere ai gestori la restituzione parziale degli abbonamenti già pagati a palestre, piscine e centri sportivi. Il rimborso deve essere proporzionale al periodo di chiusura e quindi alla mancata prestazione dei servizi. (Fonte Corriere della Sera).

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