ROMA – Sei passi saranno da seguire per poter passare alla fase 2 dopo il lockdown imposto per arginare l’epidemia di coronavirus e riaprire. Queste le parole di Enzo Marinari, fisico teorico dell’Università Sapienza di Roma, nel definire la pianificazione per la riapertura.
Ranieri Guerra, vicedirettore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e membro del Comitato tecnico scientifico, lo spiega durante la conferenza stampa del 15 aprile della Protezione civile. Prima di poter riaprire qualsiasi cosa, sottolinea Guerra, “è fondamentale avere una chiara valutazione del rischio in vista della riapertura”.
Sei passi per riaprire tutto
Enzo Marinari, fisico teorico dell’Università Sapienza di Roma, sottolinea come una pianificazione scrupolosa sia d’obbligo: “Maggiori saranno la precisione e l’accuratezza con cui la affronteremo, minori saranno i rischi e i problemi che potremo avere e i sacrifici che dovremo affrontare”.
Il primo passo, ha detto l’esperto, è “controllare che il numero dei nuovi casi continui a decrescere per almeno due 2 settimane: dovremmo vedere un continuo miglioramento, con un numero inferiore di nuovi casi e decessi”.
In secondo luogo è importante che ci sia “una situazione di non difficoltà delle strutture ospedaliere, sia nei reparti normali sia nelle unità di terapia intensiva.
Il terzo requisito riguarda ancora gli ospedal, dove è importante che ci sia una “differenza ben definita fra le strutture per pazienti con Covid-19 e senza”.
In quarto luogo “le capacità di fare i test devono esser sufficienti, sia di quelli basati sui tamponi sia per i sierologici che cercano gli anticorpi nel sangue”. Questo è importante anche per la tutela del personale sanitario.
Il quinto passo consiste nell’utilizzare i test sierologici per avere informazioni statistiche globali: “E’ necessario investire in un’analisi statistica che ci dia il quadro della situazione, ossia che ci permetta di sapere esattamente quanti sono gli infetti.
Il sesto passo è legato alle app: “uno strumento fondamentale strumenti per seguire le persone che potrebbero contagiare o essere contagiate e ricostruire i loro contatti”, ma a questo proposito, ha concluso, è “fondamentale che la capacità di seguire i contatti dei nuovi contagiati vada insieme alla capacità di intervenire”.
Ranieri (Oms): “Chiara valutazione del rischio”
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Guerra ha spiegato: “Riaprire è vitale ma proprio per questo bisogna definire esattamente che cos’è il rischio e come mitigarlo nelle diverse occasioni sociali, a partire dai luoghi di lavoro”.
Un passaggio nel quale, ha detto, i test sierologici avranno un’importanza cruciale per avere un quadro completo della situazione. Quanto alla scelta dei test, per Ranieri Guerra è da attendersi che sia una la tecnologia di riferimento, in modo da avere dati omogenei, e che sia altamente affidabile: “Non possiamo permetterci di esporre al rischio persone false positive”.
Al momento, il vicedirettore dell’Oms non può dare certezze su quale test sara selezionato: “E’ uno scenario che cambia continuamente, ma un certo punto dovremo selezionare ciò che c’è di meglio in quel momento. Ci sono tecnologie che danno approssimazioni al 95%, se potremo avere questo livello di affidabilità avremo un risultato soddisfacente”.
(Fonte: ANSA)