ROMA – A Mattino Cinque la storia di Stefania Giardoni, finita in terapia intensiva a febbraio a Roma, mandata a casa dallʼospedale senza le analisi del sangue: ora è ancora ricoverata.
Il 19 febbraio scorso la donna ha accusato i primi sintomi da coronavirus: “Avevo tosse e febbre, ma non alta: mi hanno ricoverato con 37.5 ma già avevo la polmonite”.
Il 7 marzo è stata ricoverata alla terapia intensiva dell’ospedale Spallanzani di Roma senza però, fortunatamente, essere intubata. Nel frattempo, il 22 marzo, Stefania è stata trasferita all’ospedale di Casal Palocco da dove è stata dimessa il 3 aprile dopo due tamponi negativi: “Mi sentivo bene, producevo anticorpi da sola, la polmonite stava passando e non prendevo più farmaci. I medici mi hanno salvato la vita”.
Ma, come racconta lei stessa, non è stata sottoposta alle analisi del sangue che avrebbero individuato la presenza di anticorpi che stavano combattendo il virus.
Quarantotto ore dopo, Stefania Giardoni ha accusato mal di testa e ipertensione e si è recata in pronto soccorso, per farsi misurare la pressione.
Il nuovo tampone e le analisi del sangue hanno confermato, nuovamente, la positività. “Non è che mi sono riammalata, io sono uscita da là ancora positiva” racconta la donna che ora è ricoverata all’ospedale San Camillo in attesa di guarire. (fonte MATTINO 5)