Coronavirus, possibili focolai in Lombardia. Corsa a spegnerli: i due paesi, il liceo, l’azienda

Coronavirus, possibili focolai in Lombardia. Corsa a spegnerli: i due paesi, il liceo, l'azienda
Coronavirus, possibili focolai in Lombardia. Corsa a spegnerli: i due paesi, il liceo, l’azienda (Foto Ansa)

ROMA – Coronavirus, ci sono possibili, potenziali focolai di contagio in Lombardia. In primo luogo ovviamente i due paesi, Castiglione d’Adda e Codogno, dove risiedono i tre già contagiati. Le autorità sanitarie hanno invitato con chiarezza e nettezza gli abitanti a stare, restare a casa. “A scopo precauzionale rimanere in condizione domiciliare”. Insomma stare a casa ed evitare il più possibile contatti. In caso di sintomi non precipitarsi al Pronto Soccorso ma chiamare il 112 che predisporrà verifiche a casa delle reali condizioni di salute ed eventualmente fornirà percorsi di ricovero. Da ricordare che febbre e tosse non sono per nulla la certezza del contagio da coronavirus ma è inevitabile che chiunque in queste ore abbia i sintomi dell’influenza venga assalito dalla paura non di influenza si tratti.

I due paesi di fatto in auto isolamento o quasi, è il primo passo di una corsa a spegnere i potenziali focolai. Corsa rapida e della cui efficienza non è lecito al momento dubitare, anzi. Con molta velocità è stata ricostruita e ripercorsa la catena dei contatti del primo contagiato. In poche ore sottoposta a test non solo la moglie e l’amico, entrambi purtroppo risultati positivi, in poche ore individuati e messi in quarantena preventiva circa settanta persone tra conoscenti e medici e personale dell’ospedale dove l’uomo si era recato. Pronto Soccorso e reparti dell’ospedale sono stati chiusi e sterilizzati, decine di persone sono in in attesa dei risultati del test. L’opera di spegnimento del focolaio è partita svelta e massiccia, anche se solo un’alta dose di fortuna è quella che occorre per far sì che nessuno dei settanta sia stato contagiato.

I due paesi, il Pronto Soccorso dell’ospedale e il Liceo dove la moglie del primo contagiato è docente. In questi minuti si sta vagliando come affrontare il problema dei locali scolastici e del funzionamento dell’istituto. E’ prevedibile anche qui una quarantena preventiva. Forse, probabilmente esami e test saranno necessari anche per chi nell’ambito della scuola è venuto a contatto con la donna, anche se era in congedo maternità e da alcune settimane non andava a scuola. Particolare triste: la donna è incinta. Non c’è automatismo di trasmissione del virus tra gestante e feto però ovviamente ogni timore per la salute di entrambi è fondato. Soprattutto date le condizioni del marito che vengono descritte come gravi, grave insufficienza respiratoria.

L’uomo lavorava in azienda, in una azienda di cui omettiamo il nome per non diffondere ulteriore panico. Anche qui comunque le autorità sanitarie probabilmente disporranno, se non l’hanno già fatto, cordone sanitario e bonifica. Perfino un campo di calcetto dove l’uomo giocava è ora tra gli obiettivi di coloro che sono in corsa per spegnere i focolai di contagio in Lombardia. E’ in corso una battaglia seria: meglio, molto meglio prendere sul serio quando dicono le autorità sanitarie e comportarsi di conseguenza. Sottovalutare in proprio è da incoscienti, cittadini incoscienti. Gridare alla peste che corre per ogni dove e nulla la fermerà è da criminali ignoranti.

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