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Coronavirus: profumerie e lavanderie aperte, perché? Parchi prossima chiusura

di Redazione Blitz |13 Marzo 2020 13:57

Coronavirus: profumerie e lavanderie aperte, perché? Parchi prossima chiusura (foto d'archivio Ansa)

Coronavirus: profumerie e lavanderie aperte, perché? Parchi prossima chiusura (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Coronavirus: profumerie e lavanderie aperte. Profumerie e lavanderie sono nel non stringato elenco dei negozi ed esercizi commerciali che il governo non ha chiuso dal giorno del Decreto fino al 25 di marzo. La gente ci può andare in profumeria o in lavanderia. La domanda è: perché? Profumeria e lavanderia sono servizi essenziali alla pari o quasi con gli alimentari? La domanda la stanno ponendo con forza e in forma politica sia Salvini che Fontana. Ma la domanda se la pongono con stupore anche cittadini che non fanno politica. Profumerie, lavanderie aperte…perché?

Passi, e non del tutto, per le officine meccaniche. Sono aperte, se ti si sfascia la macchina, se ti muore la batteria…Passi perché sono poche le auto officine e il contatto cliente-gestore è per sua natura individuo/individuo e distanziato (non si va dal meccanico uno dopo l’altro e non vanno dal meccanico decine di persone al giorno quante ne possono andare in profumeria).

Passi per i negozi di ferramenta e affini e per quelli di elettronica e affini. Se ti manca un cacciavite, una lampadina, una presa, una prolunga, una batteria e, dio non voglia, se serve qualcosa allo smartphone o alla radio o al televisore…diciamo che queste aperture sono misure tese a mantenere l’ordine pubblico. E lo diciamo sul serio.

Passi ovviamente per i negozi dove si vende cibo per animali. Passi perfino per i tabaccai, questa passi a fatica ma vuoi togliere sigarette e mandare in crisi di astinenza molesta milioni di italiani? Ma profumerie e lavanderie perché aperte? Qualcuno, più d’uno non se lo spiega.

Ma c’è altro e di più di profumerie e lavanderie aperte, c’è la questione dei parchi pubblici. La gente, la maggioranza delle persone, ha imparato a fare la fila, ha imparato a distanziarsi (più o meno), sta faticosamente imparando a stare a casa. Ma continua ad assembrarsi, più o meno, nei parchi pubblici. L’infinito cavillare su passeggiata sì, passeggiata no, la rivendicazione dei runner a continuare perché fa…salute. Occorre stare lontani gli uni dagli altri, non è vietato camminare a piedi. Ma va fatto da soli ed evitando contatti. Nei parchi contatti non si evitano e non si sta lontani l’uno dall’altro, non sempre, non come si dovrebbe. L’inconscia illusione del verde natura che fa…salute.

Per questo sia Fontana governatore della Lombardia che Gallera assessore alla Sanità della Regione stanno studiando e sollecitando la prossima chiusura, quella dei parchi pubblici. Troppo? Sentita ieri una giornalista della Rai indignata o quasi chiedere nervosamente conto alla conferenza stampa della Protezione Civile. La giornalista raccontava: ero a passeggio con mio marito e mio figlio, mi hanno fermato e invitato a non uscire tutti insieme, è forse diventato un reato uscire con la famiglia? Giornalista, Rai, dovrebbe spiegare dopo aver compreso. Con tutta evidenza non ha capito nulla. Quindi no, chiudere i parchi probabilmente non è troppo.

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