ROMA – La psicosi da contagio del Coronavirus dilaga in Italia, complici anche le fake news e la disinformazione. A Firenze, un docente ha pubblicato un post in cui chiedeva agli studenti cinesi di non presentarsi all’esame. Un post su Facebook poi cancellato dopo l’intervento dell’Ateneo. Una giovane cinese in viaggio da Cuneo a Torino a bordo di un bus è stata spinta a scendere come “persona non gradita”, rivela il sindaco Chiara Appendino.
Cauto invece il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, dove la comunità di cinesi è numerosa, che chiede al ministro della salute Robert Speranza e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio attenzione solo per i cinesi che arrivano dalla regione dello Zhejiang di cui fa parte Wenzhou, provincia in isolamento dopo la segnalazione di un focolaio del virus. Una misura precauzionale condivisibile, mentre la psicosi dilaga verso ogni cittadino cinese che non ha vissuto situazioni a rischio contagio.
Coronavirus, sassaiola contro studenti cinesi a Frosinone
Sassaiola contro gli studenti di nazionalità cinese dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone.
L’episodio lo riferisce il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini ed è emerso da una conferenza stampa della direttrice dell’Istituto Loredana Rea e del presidente della Consulta degli studenti Luca Spatola. All’origine, secondo quanto riportato, il caso di una studentessa cinese malata risultata poi negativa al test eseguito allo Spallanzani.
Il caso della studentessa, poi risultata negativa, aveva portato alla chiusura cautelativa dell’Accademia. La giovane poi era stata trasferita allo Spallanzani dove è stato accertato che non aveva contratto il virus. “È un episodio gravissimo, senza precedenti, un’autentica vergogna – commenta Buschini – Mi auguro che gli autori di questa follia possano essere perseguiti dalla giustizia e si rendano conto dell’assurdità che hanno commesso, nella speranza che vogliano pentirsi e chiedere scusa”
Coronavirus, prof di Firenze e il post contro gli studenti cinesi
Un invito agli studenti cinesi a “non presentarsi” all’esame, in particolare a quelli provenienti da “Wuhan, Ehzou, Xianning, Huanggang”. E’ quanto aveva scritto in un post su Facebook, poi cancellato, una docente del Design campus di Calenzano l’Università di Firenze per un appello di esame fissato per il 28 gennaio scorso. A svelare l’episodio oggi un’ascoltatrice di Controradio che ha inviato anche lo screenshot del post.
L’Ateneo fiorentino lo ha confermato spiegando che la docente, su iniziativa personale, ha pubblicato il post provvedendo poi a rimuoverlo e attivandosi affinché tutti gli studenti che si sono presentati all’appello del 28 gennaio del corso di architettura, compresi quelli provenienti dalla Cina, potessero sostenerlo regolarmente.
Nel post, secondo lo screenshot pubblicato da Controradio, era scritto: “Avviso per l’esame del 28 gennaio. L’esame è spostato al 18 febbraio per tutti gli studenti che sono rientrati dalla Cina dopo il 10 gennaio 2020. Per questi studenti le revisioni riprenderanno il 12 gennaio. Sarà possibile sostenere l’esame anche dopo il 18 febbraio. E’ possibile fare revisioni via mail. Sono pregati di non presentarsi gli studenti provenienti in particolare da Wuhan, Ehzou, Xianning, Huanggang. Si ringrazia per l’attenzione e si prega di dare particolare diffusione all’avviso”.
Dall’Ateneo si spiega che in merito all’emergenza legata alla diffusione del coronavirus, l’Università ha istituito un tavolo tecnico che agisce in stretto rapporto con la Regione Toscana e i servizi territoriali di igiene e sanità pubblica dell’Asl Toscana Centro. L’Ateneo, si fa presente inoltre, ha segnalato tempestivamente alla comunità accademica le indicazioni diffuse dal ministero della Salute, recependo fin da venerdì 31 gennaio le informazioni condivise dalla Crui. Il post ‘incriminato’ risale, si fa presente, ai giorni precedenti, quando ancora non erano state adottate direttive nazionali.
Coronavirus, ragazza cinese fatta scendere dal bus
Una giovane cinese che da Cuneo stava viaggiando a bordo di un autobus verso Torino è stata fatta sentire non gradita, e così spinta a scendere a terra. La ragazza, che non avrebbe una buona padronanza dell’italiano, non ha sporto denuncia ma lo ha riferito alla comunità cinese di Torino. Il fatto, avvenuto nei giorni scorsi, è emerso oggi durante il pranzo della sindaca Chiara Appendino in un ristorante cinese di Torino.
“Mi è stato evidenziato il caso di una ragazza che è stata fatta sentire persona non gradita e spinta a scendere da un autobus – afferma la sindaca Appendino -. Ma a Torino non abbiamo avuto altri episodi di razzismo e di questo voglio ringraziare i torinesi. Questa attenzione che oggi noi stiamo richiamando in realtà c’è già”.
“A Torino – ha ribadito la prima cittadina – non ci sono stati episodi di razzismo, ma il periodo di convivenza con quello che sta accadendo a livello globale credo non sarà breve. Invito quindi tutti ad adottare le cautele necessarie ma a non cadere nella psicosi”.
Sindaco di Prato: “Attenzione ai rientri da Wenzhou”
Ulteriore attenzione sugli arrivi in particolare dalla regione dello Zhejiang di cui fa parte Wenzhou, provincia da cui proviene la maggior parte della comunità cinese residente a Prato. E’ quanto chiesto dal sindaco di Prato Matteo Biffoni in una lettera inviata oggi al ministro della Salute Roberto Speranza e, per conoscenza, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio “dopo la notizia della presenza di un focolaio di Coronavirus nella provincia di Wenzhou, dove è stato disposto l’isolamento”.
In particolare il sindaco, si spiega in una nota, ha chiesto un “monitoraggio per chi rientra dalla Cina in Italia attraverso rotte con scali ancora aperti, dal momento che i voli diretti sono già stati bloccati. Inoltre si interroga il ministero sull’eventualità di provvedimenti specifici, anche in collaborazione con il consolato cinese, ribadendo come l’amministrazione comunale, in collaborazione con la Regione Toscana e la Asl, sia a disposizione per qualsiasi provvedimento il ministero della Salute ritenga necessario. Il sindaco è in costante contatto anche con il console cinese a Shangai, il pratese Michele Cecchi, su quello che sta accadendo nella regione dello Zejiang”.
(Fonte ANSA)