ROMA – Un mal di pancia di una dirigente della stazione di Casalpusterlengo ha portato alla sospensione della linea ferroviaria dell’alta velocità e alla deviazione dei treni, con ritardi e cancellazioni. Un malore scambiato per Coronavirus, dato che è avvenuto tra Lodi e Piacenza, zona rossa della diffusione del virus al nord Italia. Tanto è bastato a provocare forti disagi, con nessuno dei colleghi che ha voluto sostituirla, dimostrando come la psicosi avanza e intralcia la vita quotidiana di tutti noi.
Fabio Tonacci su Repubblica racconta come la psicosi da coronavirus abbia paralizzato il traffico ferroviario non solo tra Piacenza e Lodi, ma anche tra Torino e Salerno, andando a sospendere la circolazione sulla linea dove passa l’alta velocità. I treni sono stati deviati verso Verona e Padova, il servizio ferroviario riprogrammato il 24 febbraio. Parole che indicano solo una situazione spiacevole: cancellazioni di treni e ritardi fino a 7 ore per centinaia di passeggeri.
Una situazione dettata dalla paura, come racconta Tonacci. Intorno alle 13 di lunedì 24 febbraio una dirigente della stazione di Casalpusterlengo, nella zona rossa del contagio da coronavirus, ha un malore. La donna lavora come dirigente di movimento alla stazione e chiede di andare a casa. I colleghi però temono che sia infetta e si rifiutano di sostituirla. Alle 13.30 il traffico sulla linea convenzionale Milano- Piacenza, l’unica in funzione dopo il deragliamento del Frecciarossa a Lodi lo scorso 6 febbraio, viene sospeso all’improvviso.
Rfi in una nota spiega che è stato necessario lo stop per “attività di sanificazione dei locali tecnici della stazione di Casalpusterlengo”. La donna intanto viene sottoposta al tampone, che è negativo: era un semplice malore. Una operazione che richiede ore e intanto la ferrovia si blocca, i treni vengono deviati o soppressi, i ritardi e i disagi si accumulano.
Una nota di Rfi, a metà pomeriggio, scatena una polemica asprissima con Italo-Ntv, scrive Tonacci: “Considerata la possibilità del verificarsi di analoghe esigenze di controlli sanitari, in via precauzionale, l’offerta dei servizi di trasporto da martedì 25 febbraio sarà ridotta, anche in funzione della domanda di trasporto prevista dalle imprese ferroviarie”.
Rfi ha quindi deciso di sopprimere treni per evitare che casi come quelli di Casalpusterlengo si ripetano. Una decisione ha ha scatenato la reazione di Italo-Ntv: “Con la scelta di Rfi si arrecano danni certi a tutti a fronte di rischi ipotetici. In un momento come questo bisogna garantire la regolarità dei servizi di pubblica utilità e Italo è pronta, pur essendo privata, a fare la sua parte. Eppure questo le viene impedito da scelte prese da altri”. Rfi rassicura che l’offerta di Italo resta garantita. Ma la psicosi, ormai, è in grado di fermare il Paese. (Fonte Repubblica e Rfi)