Coronavirus, Rezza su pandemia: Italia ha fatto quel che doveva Coronavirus, Rezza su pandemia: Italia ha fatto quel che doveva

Coronavirus, Rezza (Iss): “Pandemia? Italia ha fatto quel che doveva, vedremo la Germania”

Coronavirus, Rezza su pandemia: Italia ha fatto quel che doveva
Coronavirus, Rezza su pandemia: Italia ha fatto quel che doveva (Foto archivio ANSA)

ROMA – L’Italia ha fatto quel che doveva per contenere la diffusione del coronavirus. Giovanni Rezza, direttore dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), risponde così anche alla Germania e all’accusa di ritardi. Dopo che l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato la pandemia e lodato le misure restrittive italiane, Rezza fa il punto della situazione e ringrazia la Cina che si è resa disponibile ad aiutarci.

Parlando del virus, Rezza durante la conferenza stampa delle 18 della Protezione civile ha spiegato: “L’Iss ha isolato e sequenziato il genoma del virus di un paziente cinese allo Spallanzani e di un paziente lombardo, tutto il genoma. Ora facciamo lo stesso con un paziente veneto. Ci sono solo piccole mutazioni, il virus è come quello cinese, che viene da Wuhan, non è diventato più aggressivo in Italia”.

Il direttore dell’Iss ha poi ringraziato la Cina, che ha messo a disposizione materiale sanitari e personale medico, spiegando che “ci ha insegnato molto sul contenimento dell’infezione, quanto fatto a Wuhan e nell’Hubei è un successo, in Europa vengono applicate le misure in maniera diversa. La Cina dimostra che misure stringenti possono rallentare o addirittura controllare focolai anche grandi”.

Ora che anche l’Oms ha dichiarato la pandemia, Rezza sottolinea che l’Italia ha fatto il suo dovere: “Lo stato di pandemia non ci cambia molto. E’ un invito agli stati membri ad intervenire in maniere molto ma molto più restrittiva di quanto fatto finora”. 

E aggiunge: “La dichiarazione di pandemia a noi non aggiunge molto, avendo avuto tra i primi un’epidemia dentro casa; ci colpisce poco la diffusione globale della malattia. L’Oms forse puntualizza che diversi Stati hanno fatto poco per arginare il virus; l’Italia se l’è trovata in Lombardia con il picco influenzale in corso e poteva fare poco. La Cina ha fatto molto, Corea e Giappone anche, in altri Paesi la situazione è sfuggita di mano, come in Iran dove ci sono molti casi a Teheran”.

Per Rezza, una reazione dell’Unione europea sarebbe stata auspicabile, ma sottolinea di affermarlo “a titolo personale”. Una stoccata viene però lanciata alla Germania: “I tedeschi dicono che in Italia abbiamo intercettato tardi il virus? Se riusciranno a contenere quest’ondata, con il contact tracing (mappa dei contatti, ndr) estensivo, avranno ragione e gli diremo bravi. Se non ci riusciranno e la situazione gli sfuggirà di mano avranno torto. Aspetterei prima di giudicare”.

E aggiunge: “La prima catena di trasmissione che hanno identificato in Germania è stata iniziata da una cinese in un ufficio, che ha contagiato dei colleghi. Se invece a noi arriva un tedesco con la febbre, durante il periodo influenzale, automaticamente era più difficile identificarlo come positivo al coronavirus”.

In conferenza stampa ha anche sottolineato come i bambini positivi siano pochi, frutto della misura di chiusura delle scuole: “I bambini positivi in Italia sono abbastanza pochi (43 – ndr) e soprattutto sembrano superare la malattia abbastanza brillantemente. E’ una buona notizia. Il fatto però che si riscontrino dei bambini positivi con sintomi clinici, assieme a uno studio che documenta di bimbi che non hanno sintomi clinici ma possono essere positivi, rilevati all’estero, mi sembra che rafforza la decisione di chiudere le scuole”.

Il direttore dell’Iss ha aggiunto: “Alla chiusura era necessario affiancare altri provvedimenti per impedire che chi non va a scuola si riunisca in altri luoghi e mi pare che quelli presi in seguito vadano in questa direzione. Aspettiamo con speranza i risultati di queste misure”.

(Fonte ANSA)

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