ROMA – Dice di fare proposte e non opposizione, ma per Matteo Salvini l’ultimo decreto emergenziale del governo è pieno di falle, incompleto, non risolutivo. Troppe le eccezioni, troppe le deroghe: “Ho letto il decreto tutta la notte, non basta: leggo che possono rimanere aperti ferramenta, lavanderie, profumerie e tabaccherie. C’è la metro a Milano affollata. Le cose o si fanno o non si fanno. Le aziende di interesse nazionale restino aperte, quello che non lo sono, come la profumeria e la lavanderia, si fermino”, ha dichiarato dai microfoni di Radio 24.
Il leader della Lega è il più strenuo tra i politici a chiedere una stretta totale, 15 giorni di stop forzato per verificare se le misure funzionano, se davvero sono riuscite a contenere il contagio.
“I medici chiedono di chiudere tutto ciò che non è strategico. I tabaccai non sono strategici. Il decreto non è completo. Gli operai sono in rivolta, si chiedono: ‘Ma noi siamo cittadini di serie B?'”. Lo “I tabaccai non sono strategici”, ha aggiunto.
“Oggi faremo altre proposte: sul decreto serve più rigore. Darei le mascherine prima ai poliziotti invece di mandarle nelle carceri”.
A Telelombardia, Salvini ha rivendicato la linea del chiudere tutto applicata nella regione epicentro del virus. “Il Governo ha capito che in Lombardia non eravamo mezzi matti e avevamo paure ingiustificate. Detto questo, quando vai a leggere il decreto ti fai delle domande, perché qualcuno sì e qualcuno no? L’impressione di molti questa mattina è che ci siano lavoratori di seria A e lavoratori di serie B”. (fonte Ansa)