Coronavirus a scuola, il bimbo con 37.2 di febbre può entrare in classe Coronavirus a scuola, il bimbo con 37.2 di febbre può entrare in classe

Coronavirus a scuola, il bimbo con 37.2 di febbre può entrare in classe

Un bambino che ha poca febbre, per esempio 37.2, può andare a scuola. Secondo le linee guida Oms infatti si deve rimanere in casa in presenza di una temperatura corporea che supera i 37.5.

Coronavirus a scuola. Cosa devono fare i genitori se il proprio figlio ha un po’ di febbre? Per febbre si intende, secondo le linee guida internazionali, una temperatura superiore a 37.5, che viene indicata anche dall’Organizzazione mondiale della sanità come uno dei sintomi più frequenti di Covid-19. Secondo le linee guida si deve rimanere a casa.

Ma se il piccolo ha invece una temperatura inferiore allora può andare a scuola. Chiaramente i genitori sono tenuti a misurare la temperatura al proprio figlio ogni mattina prima di portarlo in classe.

E cosa accade se il bambino non ha la febbre ma ha un po’ di tosse? Dipende dall’entità della tosse. Occasionali e isolati colpi di tosse mattutini vanno bene, si va a scuola. 

Coronavirus a scuola, se la temperatura è 37.5?

Se il bambino ha una temperatura corporea di 37.5 o superiore deve restare a casa. I genitori devono contattare il pediatra di libera o il medico di medicina generale per la valutazione clinica di quanto riferiranno (triage telefonico). Non essendoci urgenza si verrà ricontattati in tempi ragionevoli per dare indicazioni. Il contatto col medico può avvenire per telefono, sms, whatsapp, e-mail.

Galli: “Temperatura misurata a casa non può funzionare”

“Il fatto che la temperatura si misuri a casa è del tutto insufficiente e non funziona, non può funzionare. Se vogliamo fare sì che questo dato abbiamo un minimo di significato e sia standardizzato, ovvero dia una informazione affidabile, è evidente che la misurazione va fatta a scuola”. Così, in merito a uno dei punti previsti dalle linee guida per la ripresa delle lezioni, Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, durante la trasmissione Omnibus su La 7.

“I termometri – ha precisato – quante tarature diverse hanno? Quante diverse interpretazioni e quanta attenzione giorno per giorno ci possiamo aspettare da, per quanto attenti e disponibili, cittadini? E’ un tipo di intervento che va fatto al momento dell’entrata a scuola a mio avviso”. Ad esempio, “chi ha tre figli da portare a scuola tutti alla stessa ora, come fa?”.

Un modo utile per monitorare invece la salute degli studenti, secondo l’esperto, è invece quella di ripristinare la presenza di operatori sanitari all’interno degli istituti scolastici, così come accadeva in passato. “Ci siamo lasciati alle spalle la medicina scolastica e il momento di ripristinarla”, ha concluso. (Fonti Corriere della Sera e Ansa).

 

 

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