Coronavirus seconda ondata? Nuovi casi raddoppiati in una settimana Coronavirus seconda ondata? Nuovi casi raddoppiati in una settimana

Coronavirus seconda ondata? Gimbe: Nuovi casi raddoppiati in una settimana

Nuovi casi raddoppiati, la quasi totalità concentrata in 11 Regioni. Il monitoraggio della Fondazione Gimbe.

Coronavirus seconda ondata? Nuovi casi raddoppiati in Italia nella settimana 19-25 agosto, rispetto alla precedente. E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe di Bologna.

Per il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta “è legittimo chiedersi se i numeri attuali siano i segnali di una nuova ondata”, e “non bisogna concedere ulteriori vantaggi al coronavirus, tanto più che i numeri riflettono sempre comportamenti di 3-4 settimane fa”.

I contagi sono cresciuti del 92,4% (6.538 a fronte di 3.399), grazie anche all’aumento dei casi testati (309.127 a fronte dei 180.300 della scorsa settimana).

Dai 1.408 nuovi casi rilevati nella settimana 15-21 luglio si è passati a 6.538 nuovi casi nella settimana 19-25 agosto, “con un incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 2,1%”.

Relativamente ai dati ospedalieri si conferma il trend in crescita anche dei pazienti ricoverati con sintomi (+25,5%) e di quelli in terapia intensiva (+13,8%). Considerevole l’aumento dei tamponi effettuati: +48,8%.

Raddoppia anche il rapporto positivi/casi testati

“In soli sette giorni – spiega Cartabellotta – si sfiora il raddoppio dei nuovi casi totali, non solo per l’incremento dell’attività di testing, ma anche per l’aumento del rapporto positivi/casi testati”.

“Inoltre, si conferma il trend in crescita dei pazienti ospedalizzati con sintomi e, in misura minore, di quelli in terapia intensiva”.

“Queste spie rosse, piuttosto che generare inutili allarmismi, devono infondere una comune consapevolezza sull’andamento dell’epidemia nel nostro Paese al fine di mantenere alta la guardia”.

E questo “sia da parte delle istituzioni che devono potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia da parte dei cittadini chiamati ad attenersi a tutte le misure di sicurezza, senza minimizzazioni di sorta”.

“Nel quadro di una circolazione endemica del virus si assiste ad un aumento progressivo dei focolai con crescita esponenziale dei nuovi casi, siano essi autoctoni, da rientro di italiani andati in vacanza all’estero, o di importazione da stranieri”.

“Tutti questi numeri – conclude il presidente di Gimbe – non possono essere confrontati con quelli dei primi mesi dell’epidemia perché le dinamiche epidemiologiche sono completamente diverse”.

“Dello tsunami che si è abbattuto sul nostro Paese non abbiamo mai conosciuto la fase iniziale: il coronavirus circolava insidiosamente sottotraccia con migliaia di asintomatici che infettavano senza saperlo parenti, amici e colleghi di lavoro”.

Il 91,8% positivi concentrati in 11 Regioni

Sono 19.714 i casi attualmente positivi che per il 91,8% sono concentrati in undici Regioni: 29,4% in Lombardia, il 33,4% in Lazio, Emilia-Romagna e Veneto e un ulteriore 29% in Campania, Piemonte, Toscana, Sicilia, Puglia, Sardegna e Liguria.

Il restante 8,2% dei casi si colloca in sette Regioni e due Province autonome.

Confermate dunque le ampie variabilità regionali ma solo quattro Regioni fanno registrare una riduzione di nuovi casi, peraltro piuttosto esigua (-55).

Nelle altre 14 Regioni e 2 Province autonome si rileva un aumento complessivo di 3.194 nuovi casi. Con un range che varia dai 677 del Lazio ai 4 della Valle d’Aosta. Stabile il numero di nuovi casi in Basilicata (+14). (Fonte: Agi).

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