Coronavirus, sindacati: “Molte aziende producono in poca sicurezza e con dipendenti contagiati”

ROMA – I sindacati si dicono preoccupati per il dilagare del contagio da coronavirus e chiedono la chiusura delle fabbriche non strategiche. Le organizzazioni dei lavoratori avvertono però che dalla Lombardia alla Campania ci sono decine di aziende che si ostinano a non chiudere “anche in condizioni poco sicure per i lavoratori”. A scriverlo è Il Fatto Quotidiano in un articolo a Luisiana Gaita.

Alcune imprese si starebbero rifiutando di applicare il Protocollo firmato da sindacati, governo e Confindustria, altre non rispettano le prescrizioni sanitarie. A Somma Vesuviana in provincia di Napoli, la società aerospaziale Dema, secondo i sindacati premierebbe con 100 euro gli operai che vanno in fabbrica a lavorare durante l’emergenza coronavirus su richiesta dell’azienda. Un premio che è cosa diversa dal bonus di 100 euro previsto dal decreto “Cura Italia” e che è stato offerto ai lavoratori più “fedeli”. “Non è vietato dalla legge – spiega la Fiom Cgil – ma è un comportamento antisindacale”.

Situazioni al limite anche a Milano: “Alla Fiat di Pregnana Milanese – racconta a Roberta Turi, segretaria generale della Fiom di Milano – vogliono mantenere aperto il magazzino con 30 lavoratori e mettere in cassa tutti gli altri dipendenti. E parliamo di uno stabilimento che dovrebbe chiudere a dicembre”. Poi c’è la Fluidotech di Corsico: “Il 50% dei lavoratori è in malattia e ad alcuni di loro è già stato diagnosticato il coronavirus“. E, ancora, l’americana Hyster Yale di Masate che “per fronteggiare il calo produttivo per l’elevato numero di dipendenti ammalati sta prendendo lavoratori precari in somministrazione”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Gestione cookie