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Coronavirus, la spesa online in tilt: “Ecco la mia esperienza”

ROMA – La spesa online è in tilt. La testimonianza, in questi tempi segnati dall’emergenza coronavirus, è di un giornalista dell’Agi.

“Domenica pomeriggio – inizia il racconto – dopo pranzo, proviamo a fare la spesa online. Un po’ perché le code all’esterno dei supermercati si sono allungate a dismisura, le immagini le abbiamo viste tutti, e un po’ per dovere di cronaca. Sul sito della Conad per ore e ore campeggia sempre lo stesso messaggio: siamo spiacenti, abbiamo temporaneamente raggiunto il numero massimo di clienti. Riprova tra qualche minuto”.

“Ma la sera – continua – la situazione è identica. Nel nostro zapping tra i siti dei supermercati ci soffermiamo su quello del Carrefour. Alle 14.30 del giorno 22, ci registriamo e accediamo al servizio. Bisogna mettersi ‘in coda’, il messaggio avverte che ci vorrà più di un’ora. E noi con ottimismo, aspettiamo. L’attesa è terminata poco prima delle 3 del mattino di lunedì 23 marzo. Dopo 12 ore e 30 minuti finalmente ‘è il tuo turno per fare la spesa, inizia a riempire il carrello’, ti esorta il messaggio”.

E ancora: “Prima però ti avvisa che sono cambiate le regole per la consegna: è gratuita se spendi almeno 120 euro e non più 70 euro come la settimana scorsa. Va bene procediamo, non ci fermeranno i 6 euro e 90 centesimi della consegna. Mettiamo dentro un po’ di tutto, carne, pesce, pasta, la tanta introvabile farina, la mozzarella, e poi arance a volontà. Ma anche detersivi vari, bagnoschiuma, sapone. In un attimo abbiamo superato abbondantemente anche la soglia di spesa necessaria per avere tutto gratis a domicilio”.

“Ma – continua ancora – attenzione, al momento di concludere l’operazione, il contenuto del carrello si dimezza, un altro messaggio in sovra impressione ci informa che almeno 26 dei nostri prodotti non sono disponibili, li indica uno alla volta, e per ognuno spiega che non può proporci una alternativa. Ovviamente sono quelli che vorremmo di più, arance, carne, formaggio ma anche stranamente il dentifricio, va a ruba anche questo”.

“Accettiamo lo stesso, pensando che domani si lavora, con lo smart working ma si lavora, e una coda di ore all’esterno di un super, non è fattibile. Ormai si sono fatte le 4 – si conclude il racconto – vogliamo solo pagare e andare a dormire. Ma ecco che compare un altro messaggio: non ci sono fasce orarie disponibili, riprova dopo la mezzanotte. Mancava solo che aggiungessero ritenta e sarai più fortunato. Ma non ci proveremo più, vista la situazione, lasciamo spazio a chi ne ha più bisogno”.

Fonte: Agi

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