ROMA – Controlli con termoscanner in tutti gli aeroporti italiani per chi arriva con un volo internazionale in Italia. Questa una delle misure per contrastare la diffusione del coronavirus, con il commissario per la gestione della crisi Angelo Borriello che ha fatto sapere che negli scali dove non ci sarà la strumentazione, saranno volontari medici e paramedici della Croce rossa italiana e della Protezione civile a fare i controlli con i termometri a pistola.
Intanto si aggravano le condizioni di salute della coppia cinese ricoverata all’ospedale Spallanzani di Roma, mentre vari Paesi richiamano i propri connazionali: Germania, Francia e Gran Bretagna infatti hanno chiesto ai loro cittadini in Cina di tornare a casa. Inoltre, le autorità sanitarie dalla Cina fanno sapere che il tasso di mortalità per il virus sembra essere in calo.
Termoscanner negli aeroporti: 11 solo a Fiumicino
Si intensificano quindi le misure messe in atto dal governo. All’aeoroporto di Fiumicino i termoscanner sono stati disposti anche per i voli nazionali e sono stati installati 11 apparecchi di nuova generazione per rilevare la temperatura corporea. In particolare, 5 termoscanner si trovano agli arrivi internazionali (T3), 3 agli arrivi europei (area Schengen), 3 agli arrivi nazionali.
Nei pressi dei varchi dove sono installati i termoscanner ci sono cartelli che recitano: “Su indicazioni del Ministero della Salute verifichiamo la temperatura corporea tramite termoscanner. Questo dispositivo non è una telecamera e non rileva dati sensibili”. I termoscanner di nuova generazione infatti somigliano a telecamere e sono posizionati in alto.
I passeggeri in arrivo dai voli nazionali, internazionali e area Schengen vengono incanalati in corridoi delimitati da transenne in prossimità dei quali ci sono cartelli che invitano a ‘rallentare’ in vista dei controlli. I passeggeri poi si trovano davanti personale della Croce Rossa Italiana munito di tablet, collegato ai termoscanner, che riceve i dati sulla temperatura corporea dei passeggeri rilevati dai macchinari. Nel caso in cui un passeggero risulti con una temperatura superiore alla soglia prevista scatta protocollo sanitario predisposto dal ministero della salute.
Coronavirus, cinesi allo Spallanzani: condizioni peggiorate
“Il bollettino indica un peggioramento delle condizioni, la prognosi resta riservata, critiche ma stabili. Non ci sono altri casi segnalati, altri sono stati dimessi dallo Spallanzani quindi non erano assolutamente positivi”. Così Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, rispondendo ai giornalisti, sui possibili aggiornamenti in merito allo stato di salute della coppia di cittadini cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma per il coronavirus. “La buona notizia – aggiunge il viceministro – è che anche il ragazzo che purtroppo è rimasto a Wuhan è risultato negativo, quindi adesso si provvederà a trovare una via alternativa per il rimpatrio a cui lavora la Farnesina”.
Cina, tasso di mortalità da Coronavirus in calo
La Cina ha fiducia che il tasso di mortalità del coronavirus possa calare grazie alla misure finora adottate: lo ha detto Jiao Yahui, vice direttore degli Affari medici dell’amministrazione ospedaliera della Commissione sanitaria nazionale (Nhc), nel corso del briefing tenuto il 4 febbraio. “Sono fiducioso che non ci vorrà molto tempo prima che gli effetti dei nostri sforzi possano diventare chiari e il tasso di mortalità di Wuhan possa gradualmente calare”, ha notato Jiao, spiegando che fuori dall’Hubei, il tasso è dello 0,16%.
Jiao ha spiegato che il 74% dei decessi legati al coronavirus, pari a 313, sono avvenuti nella città di Wuhan, il focolaio nell’epidemia, dove il tasso di mortalità è del 4,9%. La causa, in particolare, è da attribuire alla carenza ospedaliera nei primi giorni del contagio. In quel momento, ha aggiunto la funzionaria, c’erano solo tre nosocomi designati con 110 posti letto per malati in condizioni critiche.
Di conseguenza, tutti gli altri contagiati furono sistemati in più di 20 ospedali. Adesso, invece, la città può contare su personale più professionale e di caratura nazionale nella gestione della sanità. Ad esempio, dal punto di vista manageriale, c’è il miglioramento della rotazione dello staff medico per prevenire l’affaticamento.
Sul totale dei decessi, due terzi sono uomini e un terzo donne, mentre più dell’80% ha più di 60 anni e più del 75% aveva già una malattia rilevante. Il tasso di mortalità è allo 0,16% fuori dall’Hubei: secondo i parametri sanitari internazionali, un livello sotto l’1% è destinato a portare l’epidemia alla naturale estinzione.
Coronavirus. Germania, Francia e Gb richiamano i loro cittadini
La Germania suggerisce ai tedeschi di lasciare la Cina e anticipare il rientro in patria non solo per il rischio di contagio da coronavirus ma anche per le “crescenti restrizioni” nella normale mobilità, dai viaggi in treno ai voli, che potrebbero rendere poi impossibile partire. Il ministero degli Esteri sottolinea tra l’altro che “le enormi richieste” nei confronti del sistema sanitario cinese “possono portare a restrizioni nell’assistenza medica”. Il rischio per i viaggiatori tedeschi, aggiunge il ministero, nella provincia di Wuhan e Hubei è valutato come “elevato”.
Anche Londra richiama i uoi connazionali. “I consolati generali a Wuhan e Chongqing sono chiusi, se vi trovate in Cina e siete in grado di partire, dovreste farlo”, si legge in una nota del Foreign Office, in cui si aggiunge che “le persone più anziane e quelle con problemi clinici pre-esistenti rischiano maggiormente” di contrarre il virus. “Alcune compagnie aeree sono ancora operative, ma nelle prossime settimane potrebbe essere più difficile partire”.
In considerazione dell’evolversi dell’epidemia di coronavirus e “a titolo precauzionale”, la Francia raccomanda ai suoi connazionali, “in particolare alle famiglie, che non hanno ragioni fondamentali di restare in Cina, di allontanarsi momentaneamente dal Paese”. Lo si legge nei ‘Consigli ai viaggiatori’ del sito del Quai d’Orsay.
(Fonte ANSA)