Coronavirus, a Torino bar aperto in centro. E Napoli rinuncia al rito del caffè Coronavirus, a Torino bar aperto in centro. E Napoli rinuncia al rito del caffè

Coronavirus, a Torino bar aperto in centro. E scatta la denuncia

Coronavirus Torino: bar aperto in centro. E Napoli rinuncia al rito del caffè
Coronavirus, a Torino bar aperto in centro. Arrivano i vigili (Foto Ansa)

TORINO – Nell’Italia chiusa per coronavirus, anche Napoli riesce a cancellare il rito del caffè, ma Torino invece no. Qui, in pieno centro storico, un bar ha aperto al pubblico, nonostante le nuove disposizioni per contrastare la pandemia. 

Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia municipale per i provvedimenti del caso. Nel locale, che si trova in prossimità di piazza Castello, venivano fatte entrare non più di tre persone alla volta.

Napoli

Intanto a Napoli non si sentono nemmeno gli schiamazzi delle bande di ragazzini nella notte che oltraggiano solitamente i grandi spazi della Galleria Umberto per giocare a pallone. Gli unici presenti sono solo alcuni senzatetto avvolti a terra nelle coperte.

In strada pochissima gente. A pochi passi dalla Galleria, vicino a Piazza Plebiscito, a quest’ora già tradizionalmente affollata, chiusi bar e locali storici come il Gambrinus che dalle prime ore del mattino serviva decine di caffè, un vero e proprio rito per i napoletani.

Sbarrati anche gli ingressi di negozi di famose griffe di abbigliamento così come fast food e rivendite di souvenir: tutti hanno le saracinesche abbassate. Anche sul lungomare, tradizionalmente popolato in periodi normali, da runner e maratoneti oggi non si vede quasi nessuno.

C’è qualche spostamento in auto ma si tratta di persone che, spiegano, devono raggiungere i luoghi di lavoro aperti. Anche sulla Tangenziale, l’arteria che collega la parte orientale con quella occidentale della città e che a quest’ora era già intasata con rallentamenti e code, si circola senza alcun problema e le auto che si vedono sono molto poche.

A rendere forse ancora più spettrale la cartolina di Napoli vuota è il sole già alto prima delle 8. Come se fossimo già in pieno giorno ma la città è deserta.

Palermo

Stesso scenario a Palermo: il grande vialone della Libertà che poi diventa via Ruggero Settimo, area dello shopping e delle passeggiate, è vuoto, le saracinesche tutte abbassate, i bar chiusi, poca gente per strada e ormai 2 pedoni su cinque indossano le mascherine.

La città si sveglia così, col cielo azzurro e il sole, dopo l’ulteriore stretta decisa dal governo per contenere il coronavirus. Chiuso lo storico bar Alba e un signore che porta a passeggio il cane dice: “Ogni mattina da trent’anni faccio colazione qui. Cornetto e caffè. E ora? Quando a mia moglie non va di cucinare a pranzo compriamo le arancine. Fa veramente uno strano effetto”.

Da piazza Vittorio Veneto a piazza Verdi l’unico segno che lega alla quotidianità è la storica tabaccheria Giacalone che è aperta. Le persone stanno in fila in attesa di entrare. Francesco Giacalone, mascherina a norma sul volto, dice: “E’ surreale ma dobbiamo rispettare le regole per sconfiggere il virus. Noi poi siamo abituati a essere tra al gente sempre apriamo anche nei festivi e la domenica. Vendiamo anche bibite e qualche snack”.

Un panettiere nella zona residenziale dice: “Farò mettere un distributore automatico per il caffè e farò qualche cornetto in più per le colazioni”. La notte scorsa, la Risorse ambiente Palermo, l’azienda che si occupa dei rifiuti, ha sanificato alcune piazze e strade del centro: i camion trasportavano i “cannoni” che sparavano i disinfettanti.

Sono anche più stringenti i controlli sui movimenti delle persone. Sono fioccate alcune multe. Un uomo racconta: “Mi hanno fermato mentre andavo a fare la spesa e non avevo il foglio dell’autocertificazione. Mi hanno rimandato a casa”.

Via Belmonte, la strada dei locali coi tavolini all’aperto, ha tutte le saracinesche abbassate. Davanti al teatro Massimo passano veloci tre persone, la piazza sarebbe deserta se non fosse per i chioschi che vendono sigarette con qualche cliente.

Un mese fa il muretto basso della cancellata che circonda il teatro era già stato occupato dai tanti ragazzi che decidevano di marinare la scuola o che si davano appuntamento per stare insieme.

Fonte: Ansa

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