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Corrado Corghi è morto a 96 anni. Trattò con le Brigate Rosse nei sequestri Moro e Sossi

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Corrado Corghi è morto a 96 anni. Trattò con le Brigate Rosse nei sequestri Moro e Sossi

ROMA – Corrado Corghi è morto a 96 anni. Trattò con le Brigate Rosse nei sequestri Moro e Sossi. E’ morto all’età di 96 anni Corrado Corghi da Reggio Emilia, figura cruciale nella storia italiana a cavallo tra la militanza nella Dc e l’ascolto delle tensioni rivoluzionarie, un ponte tra culture, partigiano e dirigente dell’Azione Cattolica, inserito in Vaticano e capace di arrivare ai brigatisti in clandestinità. E infatti fu anche mediatore in alcuni passaggi decisivi della nostra storia, ma anche di quella internazionale. Il prototipo del catto-comunista di matrice dossettiana (per Dossetti fu fidato portalettere durante la Resistenza).

Provò a trattare con le Brigate Rosse nel 1974 la liberazione del giudice Sossi a Genova, ci provò anche durante il sequestro Moro. I suoi contatti, le sue frequentazioni con la galassia rivoluzionaria e armata, spaziavano da ReggioEmilia (culla della nascente stagione brigatista) a L’Avana, dal cattolicesimo di sinistra a Fidel Castro e Che Guevara.

Fu lui a trattare la liberazione dell’intellettuale francese Regis Debray all’epoca della sfortunata missione boliviana del Che. Fu lui a portare il gruppo reggiano dei Nomadi a suonare a Cuba, rompendo un embargo decennale. Nel ’68 uscì dalla Democrazia Cristiana  in polemica con la posizione acriticamente schierata con gli Usa del governo italiano.

Nel 1960 il vescovo di Reggio, Beniamino Socche, valuta se spedirlo davanti all’ufficio della Santa Inquisizione. La colpa? Aver partecipato ai funerali dei morti del 7 luglio 1960, dei “senza Dio” per il vescovo. Negli stessi anni, Corghi viaggia per mezzo mondo e su mandato Vaticano intreccia relazioni con la Cuba di Fidel Castro e col movimento rivoluzionario. Tratta e discute con Ernesto Che Guevara e con il prete combattente colombiano Camillo Torres, uno dei simboli della Teologia della Liberazione. Ufficialmente inviato della Congregazione De Propaganda Fide, tratta per salvare prigionieri politici condannati a morte. (Adriano Arati, Gazzetta di Reggio)

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