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Antonio Polito: De Magistris demagogo, Vendola rifiutò i rifiuti napoletani

di Marco Benedetto |27 Giugno 2011 1:10

Antonio Polito ha scritto sul Corriere della Sera quel che pochi a sinistra (ma Polito è di sinistra?) hanno il coraggio di dire pubblicamente, che il neo sindaco di Napoli Lui De Magistris è un demagogo e che rischia di fare peggio dei suoi predecessori. Polito ha un titolo più degli altri per parlare apertamente: è di Castellamare di Stabia e quindi lo si può considerare quasi napoletano. Le sue critiche hanno un diritto di cittadinanza superiore a quelle di qualunque settentrionale.

Neanche il critico più feroce di Luigi de Magistris può dare a lui la colpa del nuovo abisso in cui è piombata Napoli. Ma il disastro che ha sotto gli occhi dovrebbe aprirglieli anche sulle responsabilità che invece ha.

Polito la mette subito giù dura. De Magistris, ha scritto in un commento uscito sull’edizione di domenica 26 giugno, fa parte di “quella schiera di politici che diseducano l’elettorato” con una “favola”, “la sempiterna idea dei populisti secondo la quale non ci sono problemi difficili ma solo demiurghi capaci di risolverli se le masse li aiutano a far fuori i loro nemici, quelli che «non li lasciano lavorare»” .

La parola d’ordine di De Magistris, scrive Polito, è “rifiuti zero”, per cui, secondo De Magistris,  “non c’è bisogno né di buchi dove sotterrare l’immondizia (discariche), né di impianti dove bruciarla trasformandola in energia (termovalorizzatori). È la stessa teoria che portò al disastro il governo Prodi, trascinatovi dall’allora ministro Pecoraro Scanio e dall’allora senatore rifondarolo Tommaso Sodano, che organizzava le proteste contro discariche e termovalorizzatori e che non a caso de Magistris ha scelto come suo vice-sindaco. Secondo questa favola, tutta l’immondizia può essere riciclata”.

Il presupposto è “che la raccolta differenziata raggiunga la fantasmagorica cifra del 70%in poche settimane a Napoli” e che “il restante 30%si volatilizzi”, perché, sostiene Polito, non è vero che “tutta la differenziata possa essere riciclata”.

A sostegno della sua tesi, Polito afferma che “in Germania ed Austria, stati record in Europa, l’immondizia riciclata sfiora il 60%: ma il resto viene bruciata (30%) o sepolta (10%)”.

Citando una frase a effetto Vendola , che Napoli “è una città che ha bisogno di grandi speranze”, Polito ci scherza sopra: “Nel frattempo, la disperazione dei napoletani l’ha spinto ad aprire dei «siti di trasferenza» , eufemismo che sta per discariche: però a cielo aperto e, speriamo, temporanee”, in attesa che il mitico piano del governo e il crollo dell’egoismo nordista facciano il miracolo.

Bisogna però aggiungere, ironizza Polito, “che il governo deve fare la sua parte perché l’ente locale, cui spetterebbe, non sa fare la sua. E che esiste una legge della Repubblica Italiana, non della Lega, secondo la quale i rifiuti urbani vanno smaltiti nell’ambito della provincia che li produce; e che fu Vendola, non Zaia, a innescare quella sentenza del Tar che ora si vuole aggirare col decreto, grazie alla quale si bloccò un traffico di rifiuti dalla Campania alla Puglia”.

Concesso che “il decreto è oggi necessario e urgente” Polito scrive anche che, “mentre lo chiede, il sindaco di Napoli avrebbe il dovere di spiegare come intende smaltirsi i suoi rifiuti una volta risolta l’emergenza, e se insiste con le favole è comprensibile che nel resto d’Italia qualcuno si senta preso per i fondelli”

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