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Cosimo Mele, debito gioco col Casinò di Venezia: rischia di perdere due case

di admin |10 Marzo 2014 14:32

Cosimo Mele, debito gioco col Casinò di Venezia: rischia di perdere due case

BRINDISI – Cosimo Mele, ex deputato Udc, rischia di perdere il suo appartamento di Ostuni, in provincia di Brindisi, per un debito di gioco di circa 100mila euro con il Casinò di Venezia. A rischio, riporta l’Ansa, anche una villa al mare a Torre Santa Sabina, nel territorio di Carovigno di cui è sindaco.

Mele, deputato Udc nel 2006 e finito alla cronaca per uno scandalo a luci rosse a Roma nel 2007, si sarebbe recato al Casinò nell’agosto del 2006 e avrebbe ottenuto un credito. Ai tavoli da gioco avrebbe perso denaro senza poi riuscire a onorare il debito con il Casinò che ha quindi ottenuto un decreto ingiuntivo.

La questione è poi finita al centro di una causa civile su cui si è espresso il Tribunale di Venezia in primo grado e che è ancora pendente in appello. L’importo in questione è finito in un ammontare complessivo di debito pari a circa 400.000, riconducibile a tre diversi contenziosi.

I procedimenti hanno determinato una serie di procedure esecutive sul patrimonio immobiliare di Mele, oltre che con il Casinò di Venezia, con la filiale di Ostuni del Banco di Napoli e con una società titolare di una catena di supermercati ai quali, secondo quanto gli viene contestato, dovrebbe del denaro per un punto vendita aperto e poi chiuso.

Mele ha dichiarato:

“Sono questioni personali. E’ una vicenda che riguarda principalmente un’attività commerciale che ho aperto per mio figlio e che non è andata bene per diverse ragioni, anche perché riteniamo di essere stati truffati. E comunque sia, si tratta di vicende giudiziarie non ancora concluse, che i miei legali impugnando nelle sedi opportune”.

Tra le cause civili che coinvolgono l’ex deputato ce n’è infatti una contro una catena di supermercati per il quale Mele è titolare di fideiussioni. Gaetano Sansone, legale di Mele, ha spiegato all’Ansa:

“Sono vicende in corso, lungi dall’essere definite, che hanno condotto a ingiunzioni da parte dei creditori e quindi all’avvio di procedure immobiliari che sono però provvisoriamente esecutive. Ma non sono mai stati emessi assegni scoperti, non ci sono assegni portati all’incasso o protestati”.

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