Costa Concordia. La ricostruzione del naufragio secondo la Capitaneria

ROMA – Anche la Capitaneria di porto potrebbe avere delle colpe nel ritardo dei soccorsi alla Costa Concordia. I rapporti della Capitaneria parlano infatti di “traffico marittimo regolare” alle ore 22, ben 18 minuti dopo le 21.43. ore dell’impatto della nave con lo scoglio dell’isola del Giglio. Sarà infatti un carabiniere di Prato ad allertare la Capitaneria di quanto accaduto alle 22.06, dopo aver ricevuto la telefonata della figlia di una passeggera della nave. La donna aveva comunicato alla figlia il crollo di un soffitto e che il personale della nave aveva chiesto di indossare il salvagente. I sistemi satellitari quali Ais di controllo del traffico marittimo nel Mediterraneo non avrebbero funzionato, oppure la Capitaneria di porto potrebbe non aver attentamente monitorato tali sistemi. E’ questo che gli inquirenti dovranno stabilire allargando le indagini anche alle pratiche di soccorso guidate da De Falco.

La ricostruzione di tutte le tappe della notte del naufragio è stata fatta dalla Stampa, che spiega come il primo contatto tra la Capitaneria e la Concordia avviene alle 22,14, con gli ufficiali di Francesco Schettino dichiarano “solo un blackout risolvibile”. Alle 22.16 la Capitaneria invierà la motovedetta G104 della Guardia di Finanza per controllare la situazione al Giglio. Schettino comunicherà a Gregorio De Falco “una via d’acqua aperta lato sinistro con sbandamento” solo alle 22.26, chiedendo l’invio di un rimorchiatore. Alle 22.34 la nave dichiara “distress” alla Capitaneria, alle 22.38 Schettino sta ancora valutando se abbandonare la nave, e l’ordine di abbandono per i 3208 passeggeri e dei 1023 membri dell’equipaggio sarà dato solo alle 22.58.

Alle 00.05 la Capitaneria tenta di contattare schettino ed i suoi a bordo, ma non ottiene risposta. Schettino alle 00.34 è già su una scialuppa di salvataggio, mentre alle 00.36 la Finanza vede almeno 70-80 persone ancora a bordo. Alle 00.42 la telefonata di De Falco, che intima a Schettino di tornare a bordo. Nuova telefonata alle ore 01.46, con De Falco che ordina a Schettino: “Vada a bordo, cazzo!”. Intanto i soccorritori in elicottero si calano sulla nave ed aiutano lo sbarco dei passeggeri rimasti a bordo. Solo alle 04.46 termina il trasbordo e sulla Concordia rimangono solo l’aereosoccorritore ed i vigili del fuoco.

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