Costa Concordia: famiglia Brolli a bordo con 14 membri

RIMINI – Arnaldo Brolli si e' salvato grazie al cellulare. La figlia Federica, che aveva l'acqua alle ginocchia, deve la vita a un filippino addetto al personale. La nonna, invalida sulla carrozzina, e' salva grazie al sangue freddo del nipote. La piccola di casa, 14 anni, lanciata su una scialuppa di salvataggio in movimento. Storie diverse di una stessa famiglia, i Brolli di Misano Adriatico (Rimini). Quattordici di loro erano sulla Costa Concordia la notte del 13 gennaio e ora sono pronti a dare battaglia alla compagnia in tribunale.

Da un lato c'e' il processo civile. La famiglia ha deciso di non accettare la proposta di risarcimento danni della Costa (prima 14 mila euro, poi 11 mila). Una proposta ''irrisoria e ridicola, per chi ha visto la morte in faccia'', hanno spiegato alcuni di loro incontrando i giornalisti nello studio dei loro legali, Matteo Zucconi e Gianluca Brugioni.

Il 3 marzo gli avvocati saranno a Grosseto per l'incidente probatorio. Quello stesso giorno il tribunale di Grosseto incarichera' i periti di fare una relazione sulle effettive cause dell'incidente. L'altro fronte e' quello penale e come ha annunciato l'avvocato Brugioni, ''quando sara' possibile ci costituiremo parte civile nel processo penale''.

La crociera dei Brolli era l'occasione per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni, Lilli e Ugo. Sulla nave c'erano Arnaldo, sua moglie e i tre figli, gli anziani genitori, la sorella di Arnaldo con quattro figlie e un amico. Arnaldo e' stato tra gli ultimi a lasciare la nave.

Con gli occhi lucidi e un po' alla volta hanno raccontato come quel viaggio si sia trasformato in un incubo. Hanno ricordato i pochi ufficiali di bordo visti, il personale poco chiaro e inesperto, nessuno che dava una mano ai disabili. E il comandante Schettino? ''L'abbiamo visto solo sull'isola – ha detto Arnaldo – ma non mi interessa cosa sara' di lui. So solo che il cameriere di sala con il quale avevamo fatto amicizia, un ragazzo cubano con tre figli che per nove mesi rimaneva imbarcato sulla Costa per 1200 dollari al mese, non c'e' piu'. Non ce l'ha fatta. E' a loro che va il mio pensiero''.

Subito dopo pero' la mente corre a Dayana Arlotti, la piccola riminese di cui il mare ha restituito il corpo due giorni fa. ''Abbiamo pensato molto a lei in questi giorni – ha detto Monica, moglie di Arnaldo – ci siamo sforzati di ricordare, ma sul ponte 4 era impossibile vedere qualcuno tra la calca''.

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