Isola del Giglio come Cogne e Avetrana: boom di “turisti del macabro”

Foto LaPresse

ISOLA DEL GIGLIO – Migliaia di turisti del fine settimana, e non solo, affollano i traghetti per la curiosità di vedere e fotografare da vicino la Costa Concordia sdraiata a Punta Gabbianera. L’Isola del Giglio è entrata a far parte di quelle località che hanno come attrazione il macabro.

Al Giglio arrivano ogni anno circa 300 mila visitatori, con punte agostane superiori a 50 mila, e il turismo produce un fatturato stimato di 100 milioni. Se il 50% dei vacanzieri spaventati, poco importa se a torto o a ragione, dovesse scegliere altre località per le prossime ferie estive il danno potrebbe ammontare a 50 milioni di euro. Ma il turismo macabro non conosce crisi, e così dopo Cogne, e dopo Avetrana, per una foto davanti casa Scazzi, ecco la tappa del Giglio, per una foto “ricordo” di fronte al relitto della Concordia.

Ma i traghetti pieni e le tante foto amatoriali con relitto sullo sfondo finite su internet rischiano di far passare il comitato spontaneo pro-Giglio per quello che non è: un piagnisteo orchestrato per spillare aiuti pubblici.

La presidentessa della Pro loco, Samanta Brizzi, spiega al Giornale: “Se soltanto si parla di inquinamento, di recupero del carburante che va per le lunghe, scatta la paura. Prima di tutto per noi stessi abitanti, che siamo abituati a mangiare i gamberi crudi, e poi per i turisti. Tutti ci si preoccupa della salute. I veri amanti del Giglio, gli habitué, magari non ci abbandoneranno ma gli altri… Basta qualche titolo sui giornali e in tv, e cercheranno il mare pulito altrove. È per questo che siamo preoccupati”.

Quando le si chiede dei gitanti del macabro – che dopo Cogne, Perugia e Avetrana sono sbarcati in forze al Giglio – la Brizzi risponde: “Bar e ristoranti sono pieni. Ma non siamo attrezzati per il turismo fuori stagione. Chi affitta una casa in questo periodo forse non ci perde ma certo non ci guadagna. E poi…”. Che cosa? “Non c’è solo l’economia. Se ci tolgono il mare ci tolgono tutto. Dove c’è la nave andavamo a raccogliere le ostriche. Chissà se potremo farlo ancora”.

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