Un anno di Covid: 17 novembre 2019, il primo contagiato. Il virus mese per mese Un anno di Covid: 17 novembre 2019, il primo contagiato. Il virus mese per mese

Un anno di Covid: 17 novembre 2019, il primo contagiato. Il virus mese per mese

Vi ricorda niente il 17 novembre 2019? Beh, di sicuro il 17 novembre del 2019 sarà una data che passerà alla storia, per il primo contagiato di Covid.

Il 17 novembre 2019 fu scoperto, almeno ufficialmente, il primo contagiato da Covid-19: un 55enne residente nella provincia dell’Hubei (la stessa, per intendersi, di Wuhan). L’inizio della pandemia. L’inizio dell’allargarsi della macchia d’olio dall’Hubei all’intero pianeta.

Ma cosa è accaduto dal quel 17 novembre 2019 in poi?

A dicembre altri casi vennero scoperti, sempre in Cina. Tanto che alla fine fu la stessa tv statale cinese (siamo al 12 dicembre) a parlare di “un nuovo focolaio virale che è stato rilevato per la prima volta nella città di Wuhan, in Cina”.

Il 31 dicembre la Cina decise finalmente di avvertire l’Oms di una serie di casi simili alla polmonite nella città di Wuhan. Proprio allora si iniziò a parlare di una probabile origine da un mercato di pesce e animali della città stessa. 

Il giorno dopo, il 1 gennaio, il mercato venne chiuso. Il 7 gennaio le autorità cinesi spiegarono di aver individuato un nuovo virus appartenente alla famiglia dei coronavirus. Il nome provvisorio che si scelse fu: “2019-nCoV”. Il 9 gennaio venne registrato il primo morto.

Il 22 gennaio scattò la quarantena a Wuhan e poi in tutta la provincia di Hubei. Vi ricordate i video della gente che urlava dai palazzi? Quanto ci sembrava lontano tutto questo allora? 

Poi l’escalation in Cina: iniziarono ad aumentare i morti, le restrizioni e gli allarmi.

Dal primo contagiato in Cina il Covid arriva in Italia

A fine gennaio poi il Covid-19 bussò anche dalle nostre parti. Il 30 gennaio per la prima volta in Italia furono trovati due casi di persone infette. Si tratta dei due turisti cinesi (originari proprio della provincia dell’Hubei) in vacanza a Roma.

L’Italia bloccò tutti i voli da e verso la Cina e proclamò lo stato di emergenza sanitaria per 6 mesi. A inizio febbraio scoppiò poi il caso della Diamond Princess, una nave da crociera che fu fermata in quarantena davanti al porto di Yokohama. A bordo vi erano anche 35 italiani.

Sempre a febbraio, ricordate, morì il dottor Li Wenliang, uno dei primi medici che lanciò l’allarme sulla pericolosità della polmonite di Wuhan.

L’11 febbraio il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lanciò l’allarme: “Un virus può creare più sconvolgimenti politici economici e sociali di qualsiasi attacco terroristico. Il mondo si deve svegliare e considerare questo virus come il nemico numero uno”.

Il 12 febbraio la malattia viene anche battezzata dall’Oms: Covid-19. Il 15, in Francia, avvenne il primo decesso europeo.

Ormai il virus era nei nostri confini.

Nella notte tra il 20 e il 21 febbraio a Codogno fu ricoverato Mattia Mestri, colui che passerà alle cronache come il paziente 1.

Il 22 febbraio si registrò la prima vittima italiana (accertata) della pandemia, il pensionato di 78 anni Adriano Trevisan, nato a Monselice ma residente a Vo’ Euganeo. Passò poco e a fine febbraio tutta la provincia di Lodi venne dichiarata zona rossa. 

Fu proprio in questo periodo che l’Italia divenne il centro del focolaio europeo della pandemia. Vi ricordate la mappa della Cnn dove tutte le frecce della pandemia partivano dall’Italia?

Il 9 marzo fu il giorno della chiusura. L’inizio del lockdown. 

Il 18 marzo passerà alla storia come uno dei giorni più tristi di questa fase. Parliamo del giorno in cui venne pubblicata la foto dei camion militari che trasportavano le bare a Bergamo.

Il 21 marzo, a tarda sera, Conte annunciò misure ancora più stringenti con la chiusura di tutte quelle attività non ritenute necessarie.

Insomma: tutti passammo quelle settimane più o meno bloccati a casa. Furono le settimane dei balconi e dell’andrà tutto bene. E la curva epidemica, in effetti, iniziò a scendere.

Tanto che a fine aprile, il 26, Conte annunciò l’inizio della Fase 2 con l’inizio dell’alleggerimento di tutta una serie di restrizioni.

L’11 giugno invece fu l’inizio della Fase 3. Il “liberi tutti” che più o meno tutti aspettavamo e che in fondo, questo lo sappiamo, ci ha portato alla seconda ondata. Seconda ondata che è ripartita a inizio ottobre. Era il 7 ottobre quando i positivi risalirono a oltre tremila per arrivare a 30 mila di media a novembre.

Il resto è storia recente: i coprifuoco, i nuovi Dpcm, le zone rosse, le zone arancioni, le zone gialle, le nuove chiusure. E il vaccino. La nostra santa speranza. 

 

 

 

 

 

 

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