Covid, Bassetti: “Eliminare la quarantena, ormai il tampone si fa a casa proprio per questo”

Matteo Bassetti parla dell’attuale situazione Covid in Italia. Il direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, spiega all’Ansa di come, a suo avviso, “oggi la situazione è paradossale: tre quarti delle persone fanno tampone Covid da sole e non lo dichiarano, magari proprio per paura di essere sottoposti a quarantena. In questo modo si creano positivi di serie A e di serie B. Dobbiamo far sì che questo non si verifichi più” e il modo per farlo è “ridurre o eliminare le quarantene nell’ottica di una convivenza col virus”.

Bassetti su Covid e quarantena

“Credo il governo si stia muovendo nella direzione giusta, che è quella della normalizzazione di molte norme arrivate nel 2020-21 e che ora non servono più, visto che il Sars-Cov-2 ormai è molto diverso da quello iniziale”, spiega Bassetti. “Il bollettino dei casi, passato da quotidiano a settimanale, va in questa direzione e mi sembra una cosa intelligente”. In quest’ottica, “si può passare a una riduzione della quarantena a tre giorni, per poi toglierla a fine inverno, ma io la eliminerei da subito, come hanno fatto Francia, Spagna e Inghilterra. Chi è positivo asintomatico, invece, potrebbe uscire usando la mascherina. Per il resto, quando si sta male si sta a casa e dopo due giorni senza sintomi si torna alla vita normale. Dobbiamo uniformare tutto, a fronte di un virus che ormai è diventato come tanti altri virus respiratori. Una persona che ha influenza, non sta in isolamento obbligatorio”.

Mascherine e medici no-vax, cosa pensa Bassetti

Bene la proroga dell’uso di mascherine in ospedale ma, precisa Bassetti, “costringere i bambini per 10 giorni a tenere la mascherina ffp2 a scuola in caso di un positivo in classe non ha senso. Tutte queste cose oggi vanno semplificate o eliminate, nell’ottica di una convivenza col virus”. Infine, quanto a reintegro di operatori sanitari non vaccinati, “andava fatta una distinzione. Per le aree in cui c’è carenza di personale si poteva pensare a un ritorno a lavoro degli infermieri. Ma per i medici il problema è etico deontologico: un medico che non si vaccina non fa fino in fondo il suo dovere”.

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