Covid, chi è positivo presto non dovrà più stare a casa in isolamento: il Governo ci pensa

"Credo che siamo molto vicini a questo traguardo, cioè lo stop all'isolamento domiciliare per i positivi. D'altronde l'obiettivo è quello della convivenza con il virus e se parliamo di convivenza - è il ragionamento di Costa - non possiamo che rimuovere anche l'isolamento per i positivi"

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2022 - 08:34 OLTRE 6 MESI FA
Covid, chi è positivo presto non dovrà più stare a casa in isolamento: il Governo ci pensa

Covid, chi è positivo presto non dovrà più stare a casa in isolamento: il Governo ci pensa (Foto Ansa)

Stop all‘isolamento domiciliare per chi risulta positivo al coronavirus Sars-CoV-2: il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, nell’ottica di una nuova fase di “necessaria convivenza con il Covid”, ha annunciato che un provvedimento in questa direzione potrebbe arrivare presto.

Ma l’ipotesi di un ‘liberi tutti’ nonostante la conferma della positività al coronavirus (un’ipotesi da tempo realtà in alcuni Paesi come il Regno Unito) divide gli esperti e incassa la bocciatura del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli.

Covid, verso lo stop all’isolamento domiciliari per chi è positivo al coronavirus Sars-CoV-2

“Credo che siamo molto vicini a questo traguardo, cioè lo stop all’isolamento domiciliare per i positivi. D’altronde l’obiettivo è quello della convivenza con il virus e se parliamo di convivenza – è il ragionamento di Costa – non possiamo che rimuovere anche l’isolamento per i positivi”.

Quindi, ha annunciato, “confido che nelle prossime settimane si arrivi anche a questa scelta, che sarebbe un ulteriore passo verso la normalità. Credo che ci siano i giorni contati anche per arrivare a questo tipo di provvedimento”.

Stop all’isolamento per chi è positivo al coronavirus: le critiche a Costa

Una posizione, quella di Costa, che ha determinato reazioni opposte da parte degli esperti.

I positivi, afferma Anelli, “stanno aumentando e la diminuzione dei ricoveri sta frenando. La circolazione del virus è molto alta, e da oggi non ci sono più le mascherine obbligatorie e quindi la possibilità che i contagi aumentino è reale. Consiglio quindi molta prudenza, soprattutto per solidarietà nei confronti dei più fragili che potrebbero essere infettati. Il consiglio è cioè di riflettere prima di prendere decisioni di questo genere, perché al momento non ci sono le condizioni per una simile decisione”.

Frena anche l’infettivologo Massimo Galli: “Manterrei ancora abbastanza il piede sul freno – commenta -. I numeri degli ultimi giorni, a partire dai dati dell’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, non possono infatti lasciarci tranquilli e indicano un’inversione di trend della pandemia, con i contagi ed i decessi che hanno ripreso a salire. Siamo cioè di fronte ad una possibile recrudescenza della pandemia, dettata dalla variante più infettiva Omicron 5, e non siamo in grado di dire ora quale potrà essere la ricaduta sugli ospedali, quindi consiglierei cautela”.

Insomma, osserva, “si è tutti alla ricerca di un ritorno alla normalità ma i dati sono oggettivi e consigliano prudenza”.

Inoltre, eliminare l’isolamento domiciliare per i positivi “metterebbe a rischio la sicurezza dei soggetti più fragili. I dati dimostrano infatti che le ultime varianti non sono comunque innocue e chi non risponde pienamente alla vaccinazione, come appunto alcune categorie di pazienti fragili, può ammalarsi anche gravemente”.

Stop all’isolamento per i positivi al coronavirus: i pareri positivi

Diversa l’opinione di Roberto Cauda, infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma. Lo stop all’isolamento domiciliare “penso sia una decisione che può essere presa, ciò tenuto anche conto che la malattia, allo stato attuale e non nella forma grave, è simile ad altre malattie respiratorie. Bisogna insomma convivere con il virus. Ciò ovviamente – precisa – non significa però non tenere gli occhi aperti e non tornare sui propri passi se necessario”.

Covid, “verso un virus endemico”

Il punto è che di questo virus “non ci possiamo liberare ma possiamo pensare che la pandemia finisca nei termini con cui la conosciamo: diventerà cioè un virus endemico, con focolai periodici ma momentanei. E in questo scenario – conclude – possiamo fare solo una cosa: potenziare le vaccinazioni, e ciò significa potenziare la terza dose che è al 67% di copertura e la quarta dose per i fragili, arrivando in futuro ad un richiamo vaccinale annuale”.