Covid in Italia, il bollettino del 20 ottobre. Sono 40.563 i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore, contro i 41.712 di ieri, secondo l’aggiornamento quotidiano del ministero della Salute. Le vittime sono 84 contro le 81 di ieri. Il tasso di positività è del 17,70% (ieri era 17,9%). I tamponi molecolari e antigenici eseguiti sono stati 229.140 , contro i 233.084, del giorno precedente.
Covid in Italia: calano di poco le terapie intensive, crescono di 37 unità i ricoverati nei reparti ordinari
Il totale dei casi di Covid rilevati dall’inizio della pandemia in Italia è di 23.254.633, indica l’aggiornamento del ministero della Salute. Sono 242 i pazienti ricoverati in terapia intensiva (ieri erano 251), nel bilancio tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri sono stati 25 . I ricoverati nei reparti ordinari sono 7.025 , rispetto ai 7.062 di ieri, ovvero 37 in più di ieri. Gli attualmente positivi sono 534.676, i dimessi e guariti 22.541.598, mentre dall’inizio della pandemia i decessi sono stati 178.359.
Scoperta una terapia universale che blocca tutte le varianti del Covid-19
I ricercatori dell’Oregon State University, in collaborazione con i colleghi del Texas Biomedical Research Institute, hanno realizzato una ricerca che bloccherà tutte le varianti Covid. Si tratta della possibilità di stimolare la produzione di una proteina in grado di impedire alle varianti di entrare nelle cellule e causare malattie respiratorie.
I vaccini anti-covid restano importanti così come resta importante la loro somministrazione. Quello dei ricercatori americani è un passo avanti nella lotta al virus usando la nanotecnologia.
Gli studiosi hanno utilizzato l’Rna messaggero confezionando in nanoparticelle lipidiche. Ciò permette di aggirare il virus. Il virus è infatti ricoperto da proteine spike che si legano a un enzima prodotto dalle cellule dei polmoni: questo enzima viene stimolato grazie all’Rna messaggero confezionato attraverso le nanotecnologie. Attraverso i topi, gli scienziati hanno dimostrato che le cellule possono produrre un enzima “esca” in grado di legarsi alle proteine spike del coronavirus. Ciò significa che il virus non dovrebbe essere più in grado di attaccarsi alle cellule nelle vie aeree dell’ospite e dunque iniziare il processo di infezione.
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