In questo momento, in Italia, ci sono 2.5 milioni di persone positive al Covid 19. Il picco è vicino e secondo le stime dell’Oms potrebbe essere toccato nelle prossime due, o massimo tre, settimane.
Il virus SarsCoV2 inizia a rallentare la sua corsa e la velocità di crescita dei contagi in Italia è in leggero calo. Questo significa, secondo la previsione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che il picco nel nostro Paese è “vicino” e potrebbe essere toccato in 2-3 settimane, per poi essere seguito da una fase di decrescita dell’epidemia.
Covid in Italia, l’alta trasmissibilità della variante Omicron
Al contempo, data l’altissima trasmissibilità della variante Omicron ormai prevalente, è stata superata la soglia dei 2,5 milioni di italiani attualmente positivi ed è dato per certo che entro la fine del 2022 quasi tutta la popolazione sarà entrata in contatto con Omicron. A indicare la probabile evoluzione dell’epidemia è stato il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge:
“In paesi come l’Italia e la Grecia ci stiamo avvicinando moltissimo al picco ed è molto probabile che in Europa arrivi prima di quanto previsto, ossia entro 2-3 settimane”.
Alla variante Omicron, ha inoltre sottolineato, “non si può scappare, ed anche se è più mite a livello individuale”, considerando “il numero di non vaccinati prevediamo che in qualsiasi momento da qui a marzo 40 paesi europei su 53 subiranno un elevato stress su ricoveri e terapie intensive”.
Da qui l’importanza della vaccinazione con la quale, ha ricordato, è “10 volte meno probabile contrarre malattia grave o morire”.
Sileri mette in guardia gli italiani: “Il Covid non è diventato una banale influenza”
Anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri mette in guardia: “Omicron raggiungerà tutti, non c’è scampo. Non c’è dubbio che entro la fine del 2022, salvo che arrivi un’altra variante, quasi tutta la popolazione italiana avrà incontrato questa variante”.
Con un distinguo però: “Chi è vaccinato sarà più protetto e potrà avere probabilmente una forma più leggera, ma chi non lo è ha molti più rischi di andare in terapia intensiva”.
Perché, ribadisce, il Covid “non è diventato una ‘banale’ influenza e le sue conseguenze su chi non è vaccinato, anche se giovane e in buona salute, possono essere molto serie”. In questo contesto, i dati giornalieri del bollettino del ministero della Salute, pur risentendo del minor numero di tamponi che si effettuano durante i fine settimana, evidenziano numeri ancora sostenuti.