Covid, obbligo vaccinale “capitolo chiuso”: Franco Locatelli contro i divieti (ma contagiati isolati a casa)

Omicron circola, salgono i ricoveri, ma l'obbligo vaccinale ormai è "un capitolo chiuso" anche per il Consiglio superiore di Sanità

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Giugno 2022 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA
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Locatelli: “Obbligo vaccinale, capitolo chiuso” (Ansa)

Covid, obbligo vaccinale “capitolo chiuso”. In autunno partirà una nuova campagna vaccinale contro Covid-19. “La offrirei, oltre ai fragili, a chi ha dai 60 anni in su. Da quell’età c’è un maggiore rischio di sviluppare una malattia grave”, spiega Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e oncoematologo all’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Covid, obbligo vaccinale? “E’ un capitolo chiuso”

Da registrare il suo punto di vista a proposito dell’obbligo vaccinale. Si tratta di “una pagina chiusa dal 15 di giugno. Sono al contrario molto fermo sul personale sanitario, che invece deve rispettare l’obbligo”.

Però la circolazione virale di Omicron resta alta. Cosa dobbiamo aspettarci? “L’impatto in termini di decessi e letti occupati è nettamente inferiore rispetto a quello della Delta.

Ma la circolazione è importante, interessa tutte le Regioni e tutte le fasce di età. Anche per questo è importante usare tutte le armi per prevenire le morti, cioè vaccini e farmaci antivirali, che ultimamente si usano di più”.

“Non è necessario reintrodurre le mascherine obbligatorie”

Il virus circola rapido, siamo in presenza di molti contagi, ma secondo Locatelli non è necessario reintrodurre alcuni obblighi come quello delle mascherine in ambiti diversi dai trasporti.

“No e ne sono profondamente convinto. Lo ha detto anche il ministro Roberto Speranza. Ora deve entrare in gioco la responsabilità individuale – sottolinea -. Le mascherine vanno usate quando ci sono rischi di contagio”.

“Ma i contagiati restino a casa”

E l’obbligo di isolamento per chi è stato contagiato? “È chiaro che grazie alle vaccinazioni, ma anche a una minor capacità di Omicron di infettare le cellule degli alveoli polmonari, le manifestazioni cliniche sono meno gravi.

Non significa però che non ci possa essere un numero rilevante di ricoveri, che non a caso adesso sono saliti sopra i 5.000, oltre a un certo numero di morti – conclude Locatelli -. Siamo a più di 30 mila decessi dall’inizio dell’anno. Alla luce di questi dati e dell’elevata circolazione virale, ritengo che i contagiati debbano rimanere a casa. Anche perché è evidente che i numeri sono sottostimanti. Tantissimi positivi fanno il test da soli e non entrano nei numeri ufficiali”.