Soldi stanziati dallo Stato per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà a causa della pandemia Covid e finiti invece in modo illecito nelle mani di professionisti, imprenditori e commercialisti che non ne avevano né diritto né bisogno. E’ la maxifrode scoperta dalla Guardia di finanza in un’indagine partita da Rimini e poi estesa a diverse regioni. Complessivamente sono 78 le persone indagate e 35 le misure cautelari emesse dal gip, mentre è di 440 milioni l’importo complessivo dei fondi illecitamente percepiti attraverso la creazione e la commercializzazione di falsi crediti d’imposta. In corso anche decine di perquisizioni.
Covid, soldi e fine società
Nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Rimini sulla maxi-truffa sulle misure di sostegno sono oltre 100 le società coinvolte. Create ad hoc per ottenere bonus locazioni, bonus per ristrutturazioni con miglioramenti sismici ed energetici. Anche i cosiddetti bonus facciate che nell’ultimo anno hanno portato all’apertura di una moltitudine di cantieri edili in tutta Italia.
Le Fiamme gialle hanno scoperto come il gruppo di professionisti e imprenditori avesse creato la sede principale a Rimini. Lì si incontravano e studiavano la strategia per le cessioni di crediti di imposta e il reinvestimento dei proventi. Le pratiche bonus si riferivano però a lavori eventualmente eseguiti in tutta Italia.