Covid, ristoratori esasperati Covid, ristoratori esasperati

Covid, ristoratori esasperati: basta divieti annunciati il venerdì per la domenica. E, non siamo bar da movida

Covid, ristoratori esasperati. Ci ordinate di chiudere e noi lo facciamo, dicono, ma non potete chiederci di chiudere il venerdì per la domenica.

La Filiera Italia che parla a nome della categoria chiede a gran voce di modificare il meccanismo perverso per cui solo venerdì per domenica si scioglie l’arcano sui colori delle regioni.

Covid, ristoratori chiedono di anticipare l’annuncio dei divieti

E dunque le relative chiusure e aperture sulla base della variazione dell’RT. Una modalità che  esaspera gli animi e aumenta i danni per esercenti e lavoratori.

E del resto lo stesso Mario Draghi, nel primo discorso dal premier, aveva sottolineato l’esigenza di una comunicazione puntuale.

“Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”.

E’ quello che vogliono i ristoratori, e altrimenti andranno previsti ristori adeguati. Chiedono anche di far rivedere al Cts le linee guida che in qualche modo equiparano ristoranti e bar. I primi hanno tutto pronto, hanno attrezzato a dovere i locali per garantire il distanziamento sociale ed evitare gli assembramenti.

“Vanifichiamo gli acquisti di prodotti deperibili”

“Auspichiamo che il primo intervento del nuovo Governo sia proprio questo – precisa il consigliere Luigi Scordamaglia -. Sapere con un solo giorno di anticipo se si potrà tenere aperto o si dovrà chiudere un ristorante vuol dire per un esercente aggiungere al danno la beffa.

Stiamo parlando di vanificare gli acquisti di prodotti deperibili, di annullare gli ordini, di lasciare a casa chi avevamo chiamato a lavorare”.

Infine Filiera Italia torna a chiedere che il parere del Cts, che mette in evidenza l’assenza di rischio per i ristoranti con il servizio al tavolo, distinguendoli dai bar dove gli assembramenti serali sarebbero meno controllabili, venga trasformato in una decisione politica.

“Si permetta in zona gialla l’apertura a cena per i ristoranti salvando così l’80% del fatturato di questi esercizi”, conclude Scordamaglia.

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