Covid Veneto, la lettera ai medici di famiglia: "118 per casi gravi o scattano sanzioni" Covid Veneto, la lettera ai medici di famiglia: "118 per casi gravi o scattano sanzioni"

Covid Veneto, la lettera ai medici di famiglia: “118 per casi gravi o scattano sanzioni”

Sta facendo discutere una lettera che la Regione Veneto ha inviato ai medici di famiglia. Lettera per evitare che dicano ai loro pazienti di chiamare l’ambulanza per casi Covid non gravi.

In Veneto c’è un caso che riguarda i medici di famiglia. Si tratta di una lettera inviata ai medici con la “disposizione numero 3” del comitato di crisi Covid-19 della Regione guidata da Zaia. “Segnalazione di inadempienze dei medici di medicina generale”, è il titolo della lettera, datata 13 novembre e inviata dal coordinatore del comitato di crisi, Paolo Rosi, ai direttori di 118, ospedali e Asl.

Si chiede di “registrare i nominativi dei medici” di famiglia che invitano i pazienti con febbre molto alta, ma con sintomi respiratori “minori”, a chiamare un’ambulanza. Insomma, un invito a chiamare il 118 solo e soltanto in casi gravi, per non aumentare la pressione sui pronto soccorso. 

Come riporta Repubblica, nella lettera si legge: “Facendo seguito alle ripetute segnalazioni pervenute dalle centrali operative del Suem relative a pazienti affetti da iperpiressia (febbre oltre i 40 gradi, ndr) e sintomi respiratori minori, che vengono invitati a rivolgersi al 118 dal medico di medicina generale senza che questi abbia provveduto ad alcun approfondimento clinico si invitano i direttori delle centrali operative a registrare i nominativi dei medici interessati e a trasmetterli ai direttori del distretto”.

La protesta dei medici di famiglia

Una lettera che non è per niente piaciuta alla categoria. I medici che non si adeguano infatti rischierebbero “verifiche e provvedimenti”. Una sorta di avvertimento ai medici che in questa seconda ondata inviano in ospedale pazienti con quadri clinici lievi. Col dubbio che i pazienti vadano negli ospedali senza prima ricevere una visita da parte del medico.

Per il segretario della Federazione dei medici di famiglia del Veneto, Domenico Crisarà, la disposizione regionale genera “sconcerto e perplessità”. Soprattutto “per il metodo, che ricorda i tribunali dell’Inquisizione o, venendo alla storia più recente, al maccartismo”. (Fonte La Repubblica).

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